Storia

Rodolfo Siviero, l'agente segreto che salvò la bellezza trafugata

Scomparso il 26 ottobre 1983, a Rodolfo Siviero dobbiamo il salvataggio e il recupero di molte opere d'arte trafugate durante la Seconda guerra mondiale.

Esperto cacciatore di opere d'arte, Rodolfo Siviero, agente segreto per il Servizio Informazioni Militare italiano, è stato un uomo di grande coraggio e di straordinaria cultura e abilità, a cui si deve il recupero di centinaia di capolavori depredati dai nazisti tra il 1938 ed il 1945. In particolare, tenne sotto controllo le operazioni svolte dal Kunstschutz, un ente tedesco nato con l'obiettivo dichiarato di salvaguardare le opere d'arte dai pericoli della guerra, utilizzato in epoca nazista per saccheggiare collezioni e sottrarre capolavori, per esempio con la scusa di volerli proteggere dai bombardamenti.

Tra le numerose operazioni di cui fu protagonista, Siviero riuscì a portare in salvo un famoso capolavoro quattrocentesco, l'Annunciazione di San Giovanni Valdarno (1432), di Beato Angelico. Il dipinto (tempera su tavola) si trovava nel convento francescano di Montecarlo, presso San Giovanni Valdarno (Arezzo); all'inizio del 1944, la rete di informatori di Siviero venne a conoscenza che Hermann Göring, braccio destro di Adolf Hitler, ossessionato dall'arte, desiderava avere il capolavoro per la sua collezione, in Germania.

Beato Angelico, l'Annunciazione (1432 circa), tempera su tavola oggi conservata nel museo della basilica di S. Maria delle Grazie, a San Giovanni Valdarno (Arezzo).
Beato Angelico, l'Annunciazione (1432 circa), tempera su tavola oggi conservata nel museo della basilica di S. Maria delle Grazie, a San Giovanni Valdarno (Arezzo).

In quell'occasione Siviero avvertì per tempo due frati francescani del convento di Piazza Savonarola, a Firenze, che prelevarono e nascosero l'opera il giorno prima dell'arrivo dei militari tedeschi. Tra gli altri famosi salvataggi di cui fu l'artefice ricordiamo quello della celeberrima Danae, di Tiziano, dipinto del 1545 oggi conservato al Museo Nazionale di Capodimonte, a Napoli, o quello delle tempere su tavola di Antonio del Pollaiolo sul tema delle Fatiche di Ercole, conservate alla Galleria degli Uffizi, a Firenze.

Antonio del Pollaiolo, Ercole e l'Idra (1475 circa), tempera su tavola oggi conservata alla Galleria degli Uffizi, a Firenze.
Antonio del Pollaiolo, Ercole e l'Idra (1475 circa), tempera su tavola oggi conservata alla Galleria degli Uffizi, a Firenze.

Nel 1948, poi, fu scelto dal Governo per trattare la restituzione delle opere trafugate, riuscendo a recuperare molti dei capolavori che i gerarchi nazisti avevano preso in Italia prima dell'8 settembre 1943 e che erano stati portati in Germania con la complicità del regime fascista. Tra essi il Discobolo Lancellotti, copia marmorea d'epoca romana di un bronzo di Mirone, diventata simbolo dell'opera di recupero portata avanti da Siviero.

Discobolo, copia marmorea d'epoca romana (II sec. d.C.) di un bronzo di Mirone realizzato attorno al 455 a.C., oggi conservata al Museo nazionale romano di Palazzo Massimo (Roma).
Discobolo, copia marmorea d'epoca romana (II sec. d.C.) di un bronzo di Mirone realizzato attorno al 455 a.C., oggi conservata al Museo nazionale romano di Palazzo Massimo (Roma).

Dal suo ufficio di Roma, a Palazzo Venezia, Siviero organizzò i recuperi servendosi di un'efficiente rete di informatori e muovendosi tra le pieghe della diplomazia europea con grande abilità e altrettanta spregiudicatezza. Continuò il lavoro fino alla scomparsa, il 26 ottobre del 1983: venne sepolto nella cappella di San Luca, in quella che fu la sua amata Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dove oggi si conservano il suo archivio ed i suoi diari. Proprio dagli scritti degli ultimi anni si deduce come iniziasse a diminuire, da parte del Governo, l'attenzione nei confronti del recupero del patrimonio e delle opere d'arte.

Danae di Tiziano Vecellio (1545 circa), olio su tela oggi conservato al Museo nazionale di Capodimonte, Napoli.
Danae di Tiziano Vecellio (1545 circa), olio su tela oggi conservato al Museo nazionale di Capodimonte, Napoli.

Siviero è stato, dunque, l'uomo che ha saputo abbracciare e mettere l'arte al di sopra di ogni cosa: una figura, la sua, che oggi può e deve fare da monito per non restare indifferenti davanti alla grande bellezza, affinché si restituisca all'arte il suo valore, per farne memoria, progetto, rispetto e consapevolezza.

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Per approfondire
Bottari F., Rodolfo Siviero. Avventure e recuperi del più grande agente segreto della storia, Castelvecchi Editore, Roma, 2013
Morozzi L., Paris R. (a cura di), L'opera da ritrovare. Repertorio del patrimonio artistico italiano disperso all'epoca della seconda guerra mondiale, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 1995
Paolozzi Strozzi B., L'opera ritrovata. Omaggio a Rodolfo Siviero, Cantini Editore, 1984
Sanna A. (a cura di), Catalogo del Museo Casa Rodolfo Siviero di Firenze: la raccolta novecentesca, Olschki Editore, Firenze, 2003
Scarlini L., Siviero contro Hitler. La battaglia per l'arte, Skira, Milano, 2014

L'autrice - Giovanna Benedetta Puggioni, giornalista e storica dell'arte, ha all'attivo pubblicazioni di carattere divulgativo e storico-artistico e ha svolto incarichi di collaborazione per attività inerenti il patrimonio artistico e culturale della città di Cagliari.

26 ottobre 2021 Giovanna Benedetta Puggioni
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