"Qui giace quel Raffaello dal quale, quand'era in vita, Madre Natura temette di essere vinta e, mentre moriva, di morire con lui". Sono queste le parole incise sulla tomba di Raffaello Sanzio al Pantheon di Roma, il tempio di tutti gli dèi. Non poteva d'altronde esserci luogo migliore per accogliere il "divin pittore" di Urbino, capace con la sua grazia e perfezione di competere persino con il Creato.
A 500 anni dalla scomparsa, avvenuta il 6 aprile 1520, a raccontarlo nel podcast "La Voce di Focus Storia" è il critico e storico dell'arte Luca Nannipieri, autore del libro Raffaello. Il trionfo della ragione (Skira). Che racconta anche attraverso una delle sue opere più importanti, lo Sposalizio della Vergine, dipinto nel 1504 e dove il protagonista assoluto è lo spazio umano e razionalizzato.
Nel panorama del Rinascimento, Raffaello fu il più prolifico tra i suoi contemporanei e contribuì a formare un ideale di bellezza classica – quindi "immortale" – basato sulla ricerca della massima armonia possibile. Come scrisse lo storico dell'arte Bernard Berenson (1865-1959), vale il detto: "Bella come una Madonna di Raffaello".
CELEBRAZIONI. Quest'anno per celebrare la fama universale dell'artista e approfondire la conoscenza del suo tempo, sono state organizzate centinaia di mostre in diverse città italiane, europee e persino Oltreoceano. Che però la pandemia di coronavirus ha messo in pausa.
Di recente ha però riaperto la mostra alle Scuderie del Quirinale, a Roma, che ospita circa 200 capolavori del periodo del Sanzio, tra opere sue e dipinti di autori di confronto (fino al 30 agosto, info: www.scuderiequirinale.it).
Ascoltate il podcast di Focus Storia per saperne di più.
A cura di Francesco De Leo.
Montaggio di Silvio Farina.
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