Storia

Nell'antico Medio Oriente guerre e violenze variavano con le condizioni ambientali

L'analisi di migliaia di scheletri rivela che la violenza nel Medio Oriente antico oscillava a seconda delle condizioni ambientali e socio-economiche.

Quanto erano violente le società antiche? Per storici e scienziati, non è mai stato facile rispondere a questa domanda: finora, infatti, risultava estremamente complesso raccogliere dati sufficienti per ricostruire episodi violenti avvenuti millenni fa.

Lo studio. Ora, una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Human Behavior, incentrata sul Medio Oriente antico, è riuscita per la prima volta a tracciare l'evoluzione di questi fenomeni, dal Neolitico all'antichità classica, svelando che i livelli di omicidi, aggressioni e torture hanno conosciuto notevoli oscillazioni nell'arco di quasi 12mila anni, a seconda dell'alternarsi di determinate condizioni ambientali e socio-economiche.

I reperti. «Nel nostro studio, abbiamo analizzato dati relativi a più di 3.500 scheletri, rinvenuti tramite scavi archeologici effettuati in circa 50 siti distribuiti in tutte le principali regioni del Medio Oriente», spiega Giacomo Benati, ricercatore dell'Università di Barcellona e co-autore dello studio. I teschi, le ossa e gli scheletri di persone ferite o uccise risalgono a quattro specifici periodi temporali: Neolitico (12000 al 4500 a.C.), Età del rame (4500 al 3300 a.C.), Età del bronzo, (3300-1200 a.C.) ed Età del ferro (1200-400 a.C.).

Cranio - Medio Oriente
Teschio con frattura cranica guarita dal sito di Molla Khel, in Iran. © A. Soltysiak

L'atlante della violenza. Partendo da questa grande mole di dati, gli scienziati hanno esaminato il tipo di lesioni presenti, collegando i risultati delle loro analisi con i principali eventi avvenuti nelle epoche storiche esaminate. «Tramite lo studio dei traumi ossei inferti volontariamente e osservabili negli scheletri, abbiamo ricostruito l'andamento dei livelli di violenza nel Medio Oriente Antico, rilevando che i conflitti interpersonali hanno fluttuato significativamente nel corso del tempo», continua Benati.

Fasi alterne. Queste fluttuazioni potrebbero avere delle ragioni ben precise: proprio in area mesopotamica, nell'Età del rame si verificarono infatti conflitti su larga scala tra le prime autorità statali in fase di formazione, mentre l'Età del ferro fu caratterizzata dall'ascesa di potenze militari come l'Impero assiro, oltre che da un lungo periodo di siccità. Al contrario, la scarsa violenza del Neolitico è stata spiegata con lo stile di vita delle popolazioni nomadi di cacciatori-raccoglitori e con la bassissima densità abitativa dell'epoca. «Durante l'Età del Bronzo, caratterizzata da un maggiore sviluppo delle funzioni statali, dei sistemi legali e dei commerci su larga scala, si assiste invece a un forte calo delle violenze», precisa l'esperto.

Cartina di tornasole. La ricerca ha concluso che la violenza sociale aumentava a dismisura al momento della nascita dei primi stati o imperi, stabilizzandosi in una fase successiva e risalendo di nuovo in conseguenza di crisi come siccità o carestie.

 

Radici dell'odio. Non è un caso che l'attenzione si sia concentrata sul Medio Oriente. Questa regione è stata infatti una sorta di "laboratorio" nel quale si sono sviluppate le prime civiltà umane, dalla nascita delle città al progresso dell'agricoltura e dell'allevamento, passando per la creazione della scrittura e la formazione dei primi grandi imperi della storia. Gli autori dello studio prevedono di aggiornare la loro ricerca al fine di approfondire alcuni aspetti sociali della violenza, come il suo diverso impatto sui sessi.

9 novembre 2023 Massimo Manzo
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