Le prime notizie sul coprifuoco risalgono al Medioevo. Le case erano di legno e il fuoco, che veniva acceso in genere al centro delle abitazioni, in un buco nel pavimento, richiedeva ogni cautela. È per questo che nel Medioevo le città si erano riempite di torri campanarie (in latino, ignitegium o peritegium), dall'alto delle quali a sera si dava il segnale di coprire i fuochi con placche di metallo, per evitare lo scoppio di incendi notturni.
Guglielmo il Conquistatore. Secondo alcune fonti, gli inglesi importarono il termine curfew direttamente dal francese couvre-feu o cerre-feu (chiudi-fuoco) già con Guglielmo il Conquistatore che, dopo la battaglia di Hastings (1066), si prese l'Inghilterra e impose lo spegnimento di tutti i fuochi dalle otto di sera. Metodo quanto meno efficace per tenere la popolazione negli alloggi e reprimere così la nascita di movimenti sediziosi da parte degli Angli. Secondo lo storico Walter Hutchinson (1887-1950), sempre in funzione anti-cospiratoria, Guglielmo aveva proibito anche l'uso delle candele.
Altre fonti fanno risalire la legge sul coprifuoco per prevenire i roghi all'anno 872, quando il re Alfredo il Grande l'aveva introdotta nella città di Oxford, o addirittura dall'occupazione romana delle isole britanniche. Il divieto di tenere accesa qualsiasi luce fu poi abolito da Enrico I nel 1100, ma rimase la consuetudine di suonare una campana alle otto della sera. E il termine divenne abituale per suddividere temporalmente la giornata.
Le Torri del coprifuoco. Comunque, ancora oggi ci sono curfew towers di epoca Tudor nel castello di Windsor, come nel complesso della Torre di Londra. Enrico VIII ne aveva infatti ribadito l'uso in un'ordinanza. L'ufficio del commercio britannico ripristinò questa misura nel 1918, chiudendo locali e ristoranti e spegnendo le luci per far fronte alla crisi del carbone e risparmiare il gas dell'illuminazione.
Ma il primo pesantissimo coprifuoco risale all'occupazione nazista di Parigi (1940-1944), quando molte città furono disseminate di sirene da guerra, mantenute perfettamente efficienti anche oggi: per testarne il funzionamento, la Rna (Réseau National d'Alerte), la rete di sirene d'allarme risuona infatti ogni primo mercoledì del mese, per un minuto a mezzogiorno, con il suo segnale inconfondibile che ora torna utile per il coprifuoco da pandemia.
Il coprifuoco dalle venti alle sei del mattino era stato instaurato nel giugno 1940, fin dall'inizio dell'occupazione tedesca della capitale: nelle strade venivano spenti i lampioni e si schermavano le finestre con panni scuri per non dare all'aviazione alleata punti di riferimento.
Il 25 agosto 1944, ormai circondati, i tedeschi ribadirono il divieto con nuovi volantini. Non durò che poche ore: dopo oltre 1.500 giorni sotto il giogo nazista, era arrivato il giorno della liberazione di Parigi.
Italia, Prima della pandemia. In Italia, l'ultimo coprifuoco - prima di quello del 2020 della pandemia da CoViD-19 - fu istituito insieme con lo stato d'assedio il 26 luglio 1943, all'indomani della caduta di Mussolini, attraverso un proclama del maresciallo Badoglio. Con lo scioglimento del partito fascista, vennero chiusi locali pubblici e centri sportivi, teatri di varietà e cinematografi: dalle 21 alle 5 del mattino, se sprovvisti di lasciapassare, fatti salvi i sacerdoti, le levatrici e i medici in servizio, non si poteva circolare né a piedi né in bici o con mezzi motorizzati.
Furono messe fuori legge le riunioni pubbliche con più di tre persone: "Sono vietati gli assembramenti", ordinava il maresciallo d'Italia, ora a capo del nuovo governo (anche se limiti agli assembramenti erano previsti già dalle leggi "fascistissime" del 1926). Se si veniva scoperti per strada bisognava esibire un documento. Altrimenti si rischiava l'arresto, il tribunale militare e persino la morte. D'altra parte il provvedimento non era "consigliato", era imposto: "Primo indiscutibile dovere, nel momento attuale è l'obbedienza. Si tratta di un periodo transitorio, per superare il quale occorre appunto la più scrupolosa osservanza delle disposizioni impartite dall'autorità militare".
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Tratto dall'articolo Perché fa paura il coprifuoco? pubblicato su Focus Storia 171 - gennaio 2021.