La parola "negro" viene dal latino niger, che significa nero. E fino agli ultimi decenni del XX secolo è stata usata per definire le popolazioni africane di colore scuro e la loro cultura sia nel linguaggio comune che nei libri di testo, nella letteratura come nelle canzoni.
Dal Medioevo a noi. Ai tempi del Medioevo utilizzarono questo termine persino grandi poeti come Dante e Petrarca. Il senso spregiativo che ha assunto anche da noi a partire dagli anni Cinquanta del Novecento arriva dunque (in particolare attraverso il cinema) da realtà dove il problema razziale è stato più vivo.
Essere inferiore. Nigger, in inglese, è un insulto infamante e altamente simbolico perché così erano chiamati gli schiavi africani dai loro padroni nel Sud degli Stati Uniti o i neri liberi ma considerati inferiori dagli aderenti al Ku Klux Klan.
Oggi. Negli Stati Uniti le persone nere vengono definite black people o ancor più correttamente afro-americans (solo i giovani rapper si chiamano nigga tra di loro), mentre la città di New York ha discusso se mettere al bando la parola, considerata politically uncorrect. E una ripubblicazione del romanzo Huckleberry Finn di Mark Twain è stata completamente "ripulita" dal termine incriminato che compariva ben 219 volte: nigger è stato sostituito con slave (schiavo).