Come ogni altro genere musicale, anche al Rap, non si può dare una precisa data di nascita. Secondo alcuni i primi antesignani del Rap risalgono alla fine degli anni sessanta, con un gruppo di giovani neri i Last Poets. Infatti il Rap in realtà è una sottodivisione di un altro genere musicale, l'hip hop, un vero e proprio stile di vita che si è formato agli albori degli anni sessanta in Nord America, in parallelo alle battaglie sociali e politiche delle Pantere Nere).
Infanzia difficile. Altri tendono a datare l'origine del Rap intorno al 1976 nel Bronx, il ghetto di New York. La voglia di rabbia del popolo nero sfocia dunque in rime ispide, ruvide, che diventano un modo per denunciare situazioni di razzismo e soprusi, e anche per esortare il popolo afro-americano a combattere contro i "bianchi".
Il primo successo a livello statunitense risale al 1979 con “Rapper's Delight” dei Sugarhill Gang. A metà degli anni '80, la nuova generazione di rapper porta alla ribalta mondiale il giovane genere: è il momento dei Run-D.M.C. che fondono il rap con l'hard rock, dei Beasty Boys (i primi rapper bianchi) e Public Enemy che riporta il genere sulle “barricate” della lotta tra bande.
Mestiere pericoloso. Freddati sui marciapiedi da bande rivali o da regolamenti di conti, molti rapper sono morti, altri hanno perso la vita in circostanze poco chiare. Sono i martiri del rap, o "rapper definitivi" come Tupac Amaru shaker ucciso nel 1996 a colpi d'arma da fuoco da criminali a bordo di una moto che si era affiancata in corsa alla sua auto.
In Italia il Rap si afferma intorno al 1990 grazie alla band romana Onda Rossa Posse e, in ambiti più commerciali, grazie a Jovanotti che utilizza il genere in alcune delle sue canzoni. Li seguono gli Almamegretta, Articolo 31, Gemelli Diversi e 99 Posse, solo per citarne alcuni dei più noti.