Il kempo, noto anche come kenpo, è una tecnica di autodifesa che molto probabilmente deriva da altre arti marziali. Alcuni studiosi lo fanno risalire al 500 a. C. La sua origine viene attribuita a Bodhidharma, un monaco proveniente dall’India meridionale, recatosi in Cina per diffondere il buddismo. Inizialmente si chiamava Shih Pa Lo Han Sho e non serviva per combattere, ma esclusivamente per favorire la concentrazione mentale e mantenere la salute fisica. Quarant’anni dopo la morte di Bodhidharma però il monastero in cui viveva venne assalito da un gruppo di briganti e alcuni monaci utilizzarono i movimenti appresi per difendersi. In seguito si specializzarono e misero a punto lo Chuan Fa, che comprendeva circa un centinaio di tecniche diverse, suddivise in cinque gruppi contraddistinti da nomi di animali.
Il padre del karate. Nei secoli successivi molti religiosi giapponesi si recarono in Cina per apprendere lo Chuan Fa, e usarono la tecnica per creare altre arti, come karate e jujitsu. Il kempo, come viene praticato oggi, è però nato a Kyushu, in Giappone, dove nel XVII secolo venne fondata la prima scuola. Si è diffuso in Occidente a partire dagli anni ’30, quando venne aperto il primo club ufficiale nelle Hawaii.