Non tutti i presidenti della Repubblica hanno abitato al Quirinale. Tanto per cominciare, già il capo di Stato provvisorio e poi primo presidente della Repubblica Enrico De Nicola non volle occupare quello che era stato il palazzo di Vittorio Emanuele III. Neppure il successore Luigi Einaudi voleva abitare al Quirinale, ma accettò a patto di condividere la stanza con la moglie, a differenza di quanto avevano fatto i re.
da Ciampi a Mattarella. Il palazzo ospitò poi Giovanni Gronchi (1955-1962), Antonio Segni (1962-1964), Giuseppe Saragat (1964-1971) e Giovanni Leone (1971-1978). Invece, Sandro Pertini (1978-1985) rifiutò di trasferirsi, e anche Francesco Cossiga (1985-1992) usò il Quirinale soltanto come ufficio e sede di rappresentanza. Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999) si convinse a risiedere nell'edificio solo a partire da metà mandato, mentre Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006) e Giorgio Napolitano (2006-2015) andarono ad abitarvi con la famiglia, come ha fatto anche Sergio Mattarella (2015-2022).
La storia del Quirinale è davvero affascinante: se al mondo esiste un luogo che può essere preso a simbolo del potere, è proprio il Quirinale, ovvero il "colle più alto", anzi, "il Colle" per antonomasia. Qui risiedeva l'autorità della Roma arcaica, poi quella dei papi - lo studio del presidente è l'antica camera da letto dei pontefici -, e quella dei re d'Italia. Al confronto, la Casa Bianca di Washington e il Cremlino di Mosca, la Città Proibita di Pechino e Buckingham Palace a Londra sono novellini con appena una manciata di secoli alle spalle.
La Roma arcaica e quella imperiale. Il Quirinale ha infatti la più lunga storia come luogo frequentato dai potenti, se si pensa che da qui regnò Tito Tazio nell'VIII secolo a.C., e che l'area ingloba parte degli Horti Sallustiani, splendidi giardini appartenuti anche a Giulio Cesare e in seguito proprietà imperiale.