Incandidabilità, custodia cautelare, separazione delle carriere di giudici e magistrati, elezione del Consiglio superiore della magistratura, voto degli avvocati nei consigli giudiziari: sono questi i temi su cui gli italiani sono chiamati a esprimersi con i cinque referendum abrogativi del 12 giugno 2022 numero 74, 75, 76, 77 e 78 della storia del nostro Paese.
Pertanto, ad oggi, in Italia sono stati indetti 78 referendum: 67 abrogativi, uno consultivo e quattro costituzionali. Di certo, il più importante referendum della storia della Repubblica italiana fu proprio il primo, quando il 2 giugno 1946 gli italiani - e per la prima volta anche le italiane - scelsero quale forma dare allo Stato, tra monarchia e repubblica parlamentare: con il voto popolare esercitato dall'89,1% degli aventi diritto, nacque la Repubblica italiana, e fu poi eletta l'Assemblea Costituente.
1974: divorzio sì o no? Tra i tanti referendum della storia della nostra Repubblica, uno dei più il polari fu quello del 12 e 13 maggio 1974, quando si chiese agli italiani di abrogare la legge sul divorzio del 1970 - numero 898/1970, la "Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio": con un'affluenza alle urne dell'87,7%, vinse il "No" con il 59,26%.
Anche il 17 e 18 maggio 1981, ci fu grande affluenza - quasi l'80% - in occasione di cinque referendum: abrogazione della legge Cossiga per affrontare l'emergenza terrorismo negli anni '70; abolizione dell'ergastolo; abolizione delle norme sulla concessione del porto d'armi; abrogazione di alcune norme della legge 194 sull'aborto per renderne più libero il ricorso; abrogazione di alcune norme della legge 194 sull'aborto per restringerne i casi di liceità. Vinse il "No" per tutti e cinque.
Perché si chiama referendum. Il referendum è un istituto giuridico che prende il nome dal latino referre (ovvero riferire) e ha radici antiche. Nel 133 a.C. il tribuno del popolo Tiberio Gracco chiese alla plebe e ai patrizi di votare a favore della sua riforma agraria contro il rivale Marco Ottavio. Dopo la vittoria il tribuno venne ucciso a bastonate durante i tumulti avvenuti in un'assemblea. Ma la sua idea gli sopravvisse e, nei secoli, fu ripresa per sondare il parere e l'umore del popolo chiamandolo a esprimersi, in modo più o meno libero.
I plebisciti. Gli antenati dei referendum, furono i plebisciti che contribuirono anche all'Unità d'Italia, culminata con la proclamazione del nuovo regno nel 1861. Nel 1848, e poi dal 1859 al 1860, nei Ducati di Modena, Parma e Piacenza, nelle Due Sicilie, in Toscana, Lombardia e Veneto, diversi plebisciti confermarono l'annessione al Regno di Sardegna.
Nel 1860 il quesito era: "Volete far parte della monarchia costituzionale del re Vittorio Emanuele II?". Votavano solo i maschi sopra i 21 anni che sapessero leggere e scrivere, e potevano farlo anche sui pubblici registri di municipi e parrocchie.