I resti di un insediamento umano abitato cinquemila anni prima di Cristo sono venuti alla luce in un area molto fertile del delta del Nilo, a Tell el-Samara, 140 km a nord del Cairo. Il villaggio del Neolitico, scoperto grazie al lavoro di un team di archeologi francesi ed egiziani, era vitale e attivo circa 7.000 anni fa, ossia 2.500 anni prima della costruzione delle Piramidi di Giza e 2.000 anni prima che il semi leggendario faraone Menes unificasse Alto e Basso Egitto. Si tratta di uno dei più antichi resti di comunità umana mai ritrovati nella regione.
Provviste millenarie. Gli scienziati hanno rinvenuto silos contenenti resti di ossa animali e materiale vegetale (reperti importanti ai fini della datazione), nonché strumenti di pietra e vasellame compatibili con la presenza di una comunità stanziale. La notizia del ritrovamento è stata data il 2 settembre dal Ministero delle Antichità egiziane.
Le radici della fortuna. L'analisi del materiale biologico scoperto nei silos fornirà un quadro più completo sulle prime comunità che popolarono il delta del Nilo e sulle origini di agricoltura e allevamento in Egitto. Secondo gli archeologi, le pratiche di sussistenza nel villaggio erano fortemente dipendenti dalla pioggia, e l'analisi dei reperti potrebbe fare luce sullo sviluppo dei sistemi di irrigazione che resero l'ampia foce del fiume sacro così ricca - dal punto di vista agricolo - nei millenni che seguirono.
Imbalsamatori precoci. Restando in tema di antico Egitto, un paio di settimane fa un'altra scoperta ha rivelato che anche la "ricetta" di sostanze usate per la mummificazione era già conosciuta e diffusa almeno 1.500 anni prima di quanto comunemente accettato, ed era già praticata 5.600 anni fa. Benché nell'area di Tell el-Samara non siano stati ritrovati reperti funebri, il quadro dell'Egitto pre-faraonico inizia gradualmente a farsi più chiaro.