Un archeologo italo-guatemalteco ritrova una città perduta del periodo pre-classico Maya
Francisco Estarda-Belli, l'archeologo italo-guatemalteco mentre esplora uno scavo presso il sito archeologico della città maya di Cival. |
L'antica città perduta. Particolarmente interessante è stata la datazione che colloca questa scoperta tra il 200 e il 150 a.C, almeno un millennio prima dell'apice della civiltà Maya: questo finisce per riabilitare il periodo pre-classico (2000 a.C. - 250 d.C.), prima considerato primitivo e poco rilevante rispetto allo splendore successivo.
Il lavoro di Estarda-Belli ha consentito di riportare alla luce edifici piramidali, immagini di sovrani e preziosi oggetti di giada in ricettacoli per offerte votive, che fanno immaginare una civiltà strutturata e una città vivace, abitata da almeno 10.000 persone, come svelato da rilevamenti satellitari. “L'ampiezza di Cival mostra che il periodo pre-classico ha coinciso con una civiltà molto sviluppata, non dominata da un unico centro ma da una rete di città. Questo rivoluziona la nostra idea di questa fase storica”, spiega l'archeologo.
(Notizia aggiornata al 6 maggio 2004)