Grazie al Grande Progetto Pompei, avviato nel 2012 ed entrato nel vivo nel 2014, il passato della città vesuviana continua a tornare alla luce. È in particolare la Regio V, l'area al confine settentrionale del sito in cui si sono concentrati gli scavi, a regalare nuove emozioni: dopo i due splendidi affreschi con Leda e il cigno e con Narciso che si specchia nell'acqua, scoperti in un cubicolo (una stanza da letto) di una casa di via del Vesuvio, è riemersa questa estate in un'altra domus (la Casa del Giardino) una ricca collezione di monili, gemme e altri piccoli manufatti di alta qualità artigianale e dai contorni misteriosi.
Si tratta di oggetti d'uso quotidiano, utilizzati come semplice ornamento o per scacciare la malasorte. Sono infatti numerosi i pendenti a forma di fallo, di spiga o di teschio, immagini che evocano la fertilità e la fortuna. A questi si aggiungono oggetti più esotici, come gli scarabei e la figura di Arpocrate, antica divinità egizia adottata nel mondo romano come personificazione del "silenzio". I vari simboli e le molte iconografie sono peraltro ancora in corso di studio per comprenderne a fondo la funzione.