Nel 1976 Margaret Thatcher (1925-2013), che da Primo Ministro governò la Gran Bretagna dal 1979 al 1990, diceva di sé in un'occasione pubblica: «Mi presento davanti a voi questa sera nel mio abito da sera in chiffon color "stella rossa", il viso delicatamente truccato, i capelli biondi leggermente ondulati. La signora di ferro del mondo occidentale? Io? Un guerriero della Guerra Fredda? Be', sì, se questo è il modo in cui desiderano interpretare la mia difesa dei valori e delle libertà fondamentali del nostro modo di vita».
A raccontare la Lady di Ferro nel podcast La Voce di Focus Storia è la giornalista Elisabetta Rosaspina, autrice di una recente biografia su questa donna che è stata anche il primo ministro più longevo del Novecento in Gran Bretagna. Conosciamo il volto severo e intransigente della Thatcher, ma chi c'era per davvero dietro la maschera?
Nei libri di storia la si ricorda come un ministro di ferro che non esitò a spedire l'esercito a difendere le isole Falkland dalle rivendicazioni dell'Argentina (1982), che seppe tenere a bada l'Urss in piena Guerra fredda e che in patria tenne testa ai minatori in sciopero contro la chiusura di numerose miniere e agli indipendentisti dell'Irlanda del Nord. A partire dal 1989, la politica della Thatcher fu invece determinata dalla sua diffidenza verso il processo d'integrazione europea - ma la sua posizione non era sempre stata quella.
I cittadini britannici erano stati chiamati alle urne per un referendum il 5 giugno 1975: il Regno Unito deve continuare a essere parte della Comunità Europea?, chiedeva la scheda. A vincere fu - inaspettatamente, visto il profondo scetticismo britannico verso l'Europa - il "sì". Tra i quasi 17 milioni e mezzo di voti favorevoli c'era anche quello di Margaret Thatcher, appena diventata leader dei conservatori e che solo quattro anni dopo si sarebbe trasferita al numero 10 di Downing Street, residenza del Primo Ministro, per rimanerci per i successivi 11 anni. Pur avendo fatto campagna per il "sì" al referendum, non nascose mai di essere contraria al federalismo europeo.
Da Primo Ministro prese una netta posizione contro l'identificazione tra Comunità economica europea (CEE) ed Europa, convinta che la vera forza della collaborazione europea non fosse nella dimensione politica, ma in quella di mercato. Fu proprio in questi anni che nacque l'espressione "euroscetticismo", eppure né durante né subito dopo il governo Thatcher una Brexit venne mai presa seriamente in considerazione.
Per saperne di più sulla vicenda politica e umana della Lady di Ferro, ascolta la puntata della Voce di Focus Storia a lei dedicata.
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