I piccioni viaggiatori, i cosiddetti "postini del cielo", furono protagonisti del mondo delle comunicazioni fin dall'antichità. Merito delle loro prestazioni, impensabili per qualsiasi altro servizio che sfruttasse spedizioni via terra: riuscivano a coprire in una sola giornata oltre 900 chilometri, all’incirca la distanza aerea tra Roma e Praga.
L’uso dei piccioni viaggiatori si diffuse già nell’antico Egitto (all’incirca dal 2900 a. C.), soprattutto in ambito militare per il recapito dei messaggi dai fronti di guerra.
In tutto il mondo. L'uso dei colombi viaggiatori iniziò quando ci si rese conto che era possibile sfruttare una loro particolarissima caratteristica: l’istinto che li induce a far ritorno, se allontanati, al luogo in cui sono nati. Scoperto ciò, i primi allevatori dovettero soltanto affinare le tecniche di allevamento dei piccioni, con un lungo processo di selezione e incroci di razze.
I centri di allevamento oltre che in Egitto sorsero in Cina, in India e in Persia, e ben presto i piccioni viaggiatori si affermarono anche nel mondo greco. Questa particolare “posta aerea” si tramandò poi all’epoca romana e medioevale: nel XII secolo si stabilì un regolare servizio di colombi viaggiatori tra Baghdad e la Siria, mentre durante le Crociate i Saraceni lo usarono per scambiarsi informazioni sui movimenti degli eserciti cristiani.
Eroi di guerra. L'epoca d'oro di questi volatili in ambito bellico fu però durante l’assedio di Parigi del 1870-1871 (guerra franco-prussiana), quando i francesi poterono comunicare con l’esterno della città solo grazie ai fidi volatili. A partire da allora i colombi vennero arruolati da quasi tutti gli eserciti del mondo.
Diedero il loro meglio nelle due guerre mondiali, quando molti di loro divennero vere celebrità. Nel primo conflitto ai colombi furono affidate le comunicazioni tra le forze alleate (opposte ai tedeschi) in particolare nella battaglia della Marna (1914) e nell’offensiva delle Argonne (1918).
I colombi del D-Day. I volatili-spia contribuirono, tra le altre cose, all’organizzazione dello sbarco in Normandia (6 giugno 1944). L’evento fu annunciato in Inghilterra da un colombo che riuscì a beffare le misure anti-piccioni tedesche.
Questo e altri suoi compagni di specie furono insigniti della Dickin Medal, una medaglia speciale legata a un premio nato nel 1943 (su idea della veterinaria Maria Dickin) per onorare la categoria degli “animali soldato”. Alle eroiche gesta di questi piccioni sono stati dedicati perfino monumenti in numerose città, tra le quali Bruxelles, dove si trova il Monument au Pigeon-Soldat.
Simili a droni. Nei primi decenni del Novecento i colombi cominciarono poi ad affiancare al ruolo di postini anche quello di ricognitori e reporter.
L’idea era semplice.
I pennuti venivano dotati di una minuscola macchina fotografica, fissata al petto con un sistema di cinghie e programmata con un timer per scattare foto in sequenza lungo la rotta. Il vantaggio rispetto ad altre tecnologie (come gli aquiloni o i palloni aerostatici) era di poter volare a quote relativamente basse e ottenere scatti dettagliati senza essere intercettati.
E oggi? Ai nostri giorni vi è persino chi, nell’era della comunicazione digitale e delle fughe di notizie sul Web, sostiene che in certi casi i colombi potrebbero tornare a essere usati. Anche se più lenti di mail e chat, assicurano, da sempre, un ottimo livello di privacy. Del resto chi, oggi, penserebbe a sguinzagliare rapaci nei cieli, a caccia di “postini volanti”?