È meno conosciuta della più recente Peste Nera, ma si è sempre pensato che le conseguenze della Peste di Giustiniano (541-750 d.C.) fossero state simili a quelle della pandemia descritta da Boccaccio nel Decamerone. Almeno fino ad oggi: secondo i ricercatori del National Socio-Environmental Synthesis Center (SESYNC) dell'Università del Maryland (USA), gli effetti della cosiddetta Prima Pandemia sarebbero stati sovrastimati. Lo studio, pubblicato su PNAS con il titolo "La Peste di Giustiniano: una pandemia senza conseguenze?", ha preso in analisi diverse fonti, tra cui documenti contemporanei, iscrizioni, monete, papiri, pollini, genomi e tombe. «Se questa epidemia avesse effettivamente ucciso da un terzo a metà della popolazione del Mediterraneo, come spesso si dice, dovremmo averne delle prove», spiega Lee Mordechai, capo della ricerca. «Analizzando i dati non ne abbiamo trovata nemmeno una».
Pollini e agricoltura. L'agricoltura è normalmente uno dei primi ambiti in cui si riscontrano le conseguenze di una pandemia: a causa della morte di numerosi braccianti, infatti, la produzione subisce spesso un rallentamento. Questo non avvenne, però, dopo la Peste di Giustiniano: «Abbiamo analizzato i pollini per effettuare delle stime sulla produzione agricola, ma non abbiamo riscontrato alcun calo associato alla mortalità dovuta all'epidemia di peste» spiega Adam Izdebski, coautore dello studio. «Se ci fossero stati meno braccianti, l'analisi dei pollini l'avrebbe rivelato».
Sepoltura: nessun cambio significativo. I dati analizzati non avrebbero fornito nemmeno le prove delle conseguenze tipiche di una grande epidemia, come il cambiamento nei metodi di sepoltura: «Abbiamo esaminato diverse tombe risalenti a prima e dopo lo scoppio dell'epidemia» spiega Janet Kay, una delle autrici dello studio. «La peste non influì nel modo in cui i morti venivano seppelliti, al contrario di quanto avvenne nel caso della Peste Nera».
I ricercatori, studiandone il genoma, hanno inoltre tracciato l'origine e l'evoluzione del ceppo batterico responsabile dell'epidemia: «È sicuramente fondamentale scoprire le origini e lo sviluppo del batterio che causò la peste» afferma Hendrik Poinar, coautore della ricerca. «Tuttavia la presenza di un patogeno non significa necessariamente "catastrofe"». Non senza una leggera sfumatura polemica, lo studio si conclude auspicando che le ricerche future si concentrino sull'analisi degli eventi legati alla peste a livello locale, «evitando di costruire grandi narrazioni sul "declino di Roma" e il suo crollo demografico».