È probabile che questa credenza sia legata al forte valore simbolico dello specchio: oggetto "magico" capace di duplicare le cose, ma anche le persone. Questa caratteristica può aver spinto le generazioni passate a pensare che infrangere l'immagine riflessa equivalesse in qualche modo a uccidere la persona stessa o a farle del male, un po' come avviene nei riti Vudu, quando gli stregoni seviziano con spilloni una bambolina che rappresenta il malcapitato destinatario della sciagurata influenza.
Come tutte le superfici capaci di riflettere le immagini (vetro, acqua, metallo), fin dall'antichità lo specchio è stato considerato carico di poteri magici. I Romani pensavano che esso permettesse di osservare tutto ciò che avveniva nelle parti più lontane dell'Impero. Religioni come l'Islam o l'Ebraismo, invece, consigliano di capovolgere gli specchi durante la veglia funebre, per evitare che essi impediscano all'anima del defunto di lasciare il mondo terreno.
Lo specchio è presente anche nelle pratiche di stregoneria, reali o fantastiche: Caterina de' Medici divinava attraverso uno specchio "magico", e la regina cattiva di Biancaneve gli sottoponeva ogni giorno il celebre quesito: "Specchio, specchio delle mie brame: chi è la più bella del reame?"