Si ritiene che il suffisso -ate sia stato introdotto in Lombardia da popolazioni latine o, meno probabilmente, celtiche. Con l’aggiunta del suffisso si volevano indicare le genti di un dato luogo, oppure che adoravano un particolare animale sacro, o imparentati a una stessa persona. In altri casi serviva a creare un aggettivo di possesso a partire dal nome di un colono romano, indicandone così la proprietà fondiaria.
In molti casi, col passare del tempo, i suffissi -ate e -acus (da cui erano derivati i nomi in -aco e -ago), si ridussero a un identico suffisso -ò, tronco. I notai medievali, per integrare questa desinenza che appariva mutila, vi riaggiunsero secondo il proprio gusto quanto occorreva per ottenere un -ate, un -aco o un -ago.