L'incredibile storia di Giorgio Perlasca che si finse un diplomatico per salvare la vita a 5mila ebrei. Tra i grandi diplomatici della Storia, ce n'è uno che in realtà... Non era un diplomatico: Giorgio Perlasca.
Trovatosi a Budapest nell'inverno del 1944 come agente di commercio, sfuggì ai tedeschi, che lo avevano arrestato per la sua mancata adesione alla Repubblica di Salò, e trovò rifugio presso l'ambasciata spagnola, ottenendo una cittadinanza fittizia grazie alla partecipazione alla Guerra civile (1936-1939).
Autonominato. Perlasca inizialmente aiutò l'ambasciatore Angel Sanz Briz a salvare dalla deportazione gli ebrei ungheresi, destinandoli ad apposite case protette. E quando il vero diplomatico decise di tornare in Spagna, Perlasca continuò la sua opera a Budapest, autonominandosi console generale spagnolo con tanto di timbri e documenti di identità falsi.
Una truffa a fin di bene. Attraverso salvacondotti, incursioni alla stazione ferroviaria e una sapiente gestione dei viveri, sottrasse oltre 5mila ebrei alle Croci Frecciate filonaziste. Per questo il 23 settembre 1989 fu insignito da Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni. Avviato negli Anni '60 dal Yad Vashem, l'Ente israeliano per la Memoria della Shoah, il riconoscimento di "Giusto tra le nazioni" è un'onorificenza concessa ai non ebrei che, durante la guerra rischiarono la propria vita per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista.
I "Giusti" italiani. Oltre a nomi famosi come Giorgio Perlasca, Carlo Angela (padre del giornalista Piero, psichiatra che accolse nella sua clinica sotto falso nome numerosi ebrei) e il ciclista Gino Bartali (nascondendo nella sua bicicletta documenti falsi salvò quasi 800 persone), ci sono nomi meno noti ma altrettanto gloriosi, come Andrea Schivo, secondino presso il carcere di San Vittore, che si adoperò per alleviare le sofferenze dei detenuti ebrei in attesa di deportazione; o Benedetto De Beni, ingegnere che salvò due ebree dallo sterminio di Voroshilovgrad. In futuro in questo elenco potrebbe figurare anche Pino Lella, che a 17 anni, in Valchiavenna, aiutò gli ebrei a raggiungere la Svizzera. La sua storia negli Usa è diventata un bestseller: Beneath a Scarlet Sky.