Storia

Nuove scoperte a Petra

Droni e satelliti hanno permesso di scoprire un nuovo complesso monumentale nell'area di Petra, in Giordania.

Le tracce di una grande costruzione rimasta finora ignota sono venute venuto alla luce a soli 800 metri a sud di Petra, il sito Patrimonio dell’Umanità in Giordania. La scoperta è di Christopher Tuttle (Council of American Overseas Research Centers) e Sarah Parcak (National Geographic), che hanno idenficato le tracce studiando immagini ad alta risoluzione riprese da droni e satelliti.

L'area che nasconde il nuovo monumento vista dal satellite © Bulletin of the American Schools of Oriental Research.

Una costruzione monumentale. Le radici storiche dell'area di Petra sono ancora oggi oggetto di dibattito, ma in linea di massima si fanno risalire i primi insediamenti tra la fine dell'VIII e l'inizio del VII secolo a.C. per arrivare poi al suo abbandono nel VII secolo d.C.

I primi rilievi del nuovo monumento © Bulletin of the American Schools of Oriental Research.

L’intera area si estende per circa 264 chilometri quadrati, ma il suo fulcro, ossia dove ci sono i monumenti più noti, ha un’estensione di circa 6 chilometri quadrati.

Le nuove scoperte identificano dunque solo una piccola parte del vasto complesso. La costruzione identificata si estende su di un'area di 50x60 metri e mostra al suo interno una piattaforma più piccola, originariamente era pavimentata con lastre in pietra.

A est del monumento doveva esserci una fila di colonne coronate da una scala monumentale, e di fronte alla scalinata c'era un edificio più piccolo, di 9x9 metri. Nulla è stato scoperto di così grande a Petra ed è probabile che lì avvenissero funzioni pubbliche.

Lo sbocco della gola del Siq su Petra

Le origini. Gli scavi non sono ancora stati avviati, ma alcune ceramiche rinvenute fanno risalire la costruzione al secondo secolo avanti Cristo, quando l’area era la capitale dei Nabatei (mercanti dell'antica Arabia), che iniziarono la costruzione degli edifici che hanno reso famosa Petra in tutto il mondo. Spiega Tuttle che «da tempo si riteneva che in quel luogo doveva esserci qualcosa di importante, ma è stato solo grazie all’uso dei satelliti e dei droni, in grado di ottenere immagini dall’alto ad elevata risoluzione, che si è arrivati a individuare il nuovo sito archeologico».

13 giugno 2016 Luigi Bignami
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