Siamo davvero sicuri che i cacciatori-raccoglitori del Paleolitico (2,5 milioni-10.000 anni fa) si nutrissero principalmente di carne e molto poco di carboidrati? Non è la prima volta che degli esperti si pongono questa domanda (e rispondono negativamente). Anche Herman Pontzer, antropologo evoluzionista alla Duke University (USA), è arrivato a delle conclusioni simili a quelle dei suoi colleghi: la dieta dei nostri antenati era variata e influenzata da diversi fattori, tra cui il clima, il luogo e la stagionalità degli alimenti.
«Possiamo imparare molto sul passato guardando alle abitudini dei cacciatori-raccoglitori del presente», commenta riferendosi agli Hadza, un gruppo etnico che vive in Tanzania conducendo una vita simile a quella dei nostri antenati del Paleolitico.
Ma quale paleodieta! In un'intervista rilasciata alla rivista Knowable, Pontzer spiega cosa ha imparato osservandoli e quali errori ci hanno portato a pensare che la paleodieta si basasse quasi esclusivamente sul consumo di carne.
Secondo Pontzer ci sono diverse ragioni per le quali quando si pensa a un uomo del Paleolitico lo si associa automaticamente alla caccia e a una dieta ricca di carne di selvaggina.
Innanzitutto, proprio il fatto che si pensa a un uomo: «Nei primi anni del Novecento la maggior parte dei lavori di etnografia erano scritti da uomini e si focalizzavano sul lavoro degli uomini», spiega l'esperto. Ma se è vero che gli uomini cacciavano, le donne raccoglievano: da qui il vuoto negli studi e la convinzione che la caccia fosse la fonte principale di sostentamento.
Non solo al nord. In secondo luogo, i dati etnografici che abbiamo a disposizione riguardano principalmente le popolazioni del nord (dell'Artico, ad esempio), che effettivamente mangiavano più carne per sopravvivere al clima rigido. Ma le popolazioni che vivevano vicino all'oceano o ai fiumi mangiavano molto pesce; quelle che vivevano nelle foreste o in luoghi ricchi di vegetazione si nutrivano principalmente di piante.
Prove perse nel tempo. L'ultimo aspetto che ha favorito l'affermazione dell'idea che i nostri antenati vivessero prevalentemente di caccia sono le prove archeologiche che sono arriavate ai giorni nostri: «Gli utensili in pietra e i segni di armi da taglio sulle ossa degli animali resistono molto bene al passare del tempo», sottolinea Pontzer. I bacchetti in legno usati per scavare e le piante, invece, si deteriorano rapidamente.
Gli Hadza, una finestra sul passato. Pontzer ha studiato a fondo le abitudini degli Hadza, una comunità di qualche centinaio di cacciatori-raccoglitori che vivono nel nord della Tanzania.
I risultati del suo studio, pubblicati su Annual Review of Nutrition, parlano di una popolazione che vive come si viveva nel Paleolitico, mangiando carne cacciata con armi primordiali e raccogliendo frutti, bacche, e soprattutto miele. «Gli uomini cacciano con arco e frecce, le donne raccolgono alimenti vegetali a mano o scavando con dei bastoni», spiega Pontzer. Osservare in che modo queste tribù vivono ora ci fa capire come si viveva in passato, perché queste popolazioni sono lontane dalla tecnologia e dagli agi moderni e si comportano come avrebbero fatto i nostri antenati.
Non esiste un'unica dieta sana. La dieta degli Hadza cambia notevolmente con il cambio di stagione: in febbraio si nutrono principalmente di miele – alimento ricco di carboidrati e calorie – in luglio di bacche e in settembre di carne. «La cosa principale che ci insegnano gli Hadza è il fatto che si può essere sani adottando diverse diete», conclude Pontzer, sottolineando che gli unici alimenti da evitare per rimanere in salute sono quelli del cibo spazzatura.