Secondo una recente scoperta archeologica il Wari, un antico popolo che abitava le Ande prima degli Inca, prevedeva un curioso rituale: grandi bevute e teppismo scatenato. Il perché rimane ancora un mistero.
A chi non piace la birra! Questo armadillo (Dasypus novemcinctus) fotografato in Texas (USA) se la scola dalla bottiglia. I popoli preincaici la utilizzavano per rituali molto originali. |
Vandalismi rituali. Non si trattava di un atto vandalico fine a se stesso, bensì di un cerimoniale durante il quale gli Wari, un popolo predecessore degli Inca, distruggevano i luoghi sacri prima di abbandonare i propri villaggi. La singolare scoperta è stata fatta da un gruppo di archeologi dell'Università della Florida, sulle Montagne del Cerro Baùl, dove, attorno al 600 d.C. questo antica civiltà aveva edificato un villaggio agricolo.
Costruito per ragioni esclusivamente politiche, il villaggio venne abbandonato attorno all'anno 1000. Gli edifici pubblici, i templi e i locali per la fermentazione vennero distrutti prima della partenza.
Tutti al rave. La cerimonia finale fu una specie di festa che culminò in un enorme rogo. Tra le rovine del birrificio sono state trovate spille di delicata fattura che testimoniano come la produzione della birra fosse un compito delle donne aristocratiche. La bevanda era ottenuta dalla fermentazione di germogli di grano cotti, chiusi per circa una settimana in giare da 150 litri, e successivamente speziati con pepe.
Il rituale prevedeva che i partecipanti, a seconda della posizione sociale, bevessero da boccali di diversa grandezza: da circa mezzo litro a quasi due litri di capacità. Alla fine della cerimonia veniva appiccato il fuoco, i boccali venivano gettati tra le fiamme, e sulle ceneri del rogo venivano deposte collane e braccialetti.
Molti sono ancora i misteri che circondano il popolo Wari: perché nei dintorni del villaggio non c'è traccia di luoghi di sepoltura? Forse che la birra facesse davvero bene alla salute?
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