Secondo il racconto biblico, dopo l'esodo dall'Egitto, gli israeliti giunsero nella terra di Canaan, nel Vicino Oriente, assediarono la città di Gerico, ne fecero crollare le mura e sterminarono completamente la sua popolazione. In seguito anche altri insediamenti canaaniti furono rasi al suolo, in un'opera di distruzione che cancellò ogni traccia della civiltà rivale.
Le tracce archeologiche di questo annientamento non sono mai state trovate. Ora, uno studio genetico dimostra che i moderni libanesi sono i discendenti diretti dei canaaniti, e che il racconto biblico del loro sterminio è quantomeno esagerato.
Le ragioni dell'interesse. Il popolo di Cananea è tanto affascinante quanto misterioso. Fiorì nel Mediterraneo orientale ai tempi dei faraoni e delle prime città greche, e 4000 anni fa edificò importanti insediamenti negli odierni Libano, Israele, Giordania e Siria.
Si dice che ideò il primo alfabeto, e che in seguito diede vita a quel popolo di navigatori che tutto il mondo ricorda - i fenici. Tuttavia, non ci ha lasciato documenti scritti: quello che sappiamo ci è arrivato da fonti indirette - soprattutto dai racconti dei popoli con cui si scontrò: egizi, greci e israeliti.
Conservato. I ricercatori del Wellcome Trust Sanger Institute (UK) hanno prelevato DNA da 5 scheletri di canaaniti vissuti 3700 anni fa in un sito di sepoltura nella città libanese di Sidon. Hanno così scoperto che il 90% del DNA dei libanesi moderni è condiviso con quello dell'antica popolazione, che quindi non fu sterminata affatto.
Il dato è piuttosto sorprendente: la Cananea fu terra di ripetute conquiste, che evidentemente non hanno lasciato tracce evidenti nel DNA dei suoi abitanti. Il rimanente 10% è un'eredità dei popoli delle steppe asiatiche che successivamente invasero questi territori.