Il Ku Klux Klan nacque la vigilia di Natale del 1865 a Pulaski, una cittadina del Tennessee al confine con l'Alabama, nel Sud degli Stati Uniti. A fondarlo fu un gruppo di emigrati scozzesi appartenenti alla borghesia agraria, all'indomani dell'emancipazione dei neri dallo schiavismo.
Massoneria scozzese. Il termine Klan è un omaggio alla massoneria scozzese, mentre Ku Klux è una libera traslitterazione del greco kúklos (cerchio). Il battesimo ufficiale dell'organizzazione avvenne nel 1867 a Nashville, quando il generale confederato ed ex trafficante di schiavi Nathan Bedford Forrest assunse il titolo di Gran Mago.
In breve tempo il KKK sarebbe diventato una delle sette segrete più potenti e sanguinarie della storia statunitense, il cui obiettivo consisteva nel difendere la supremazia e i privilegi dei bianchi sugli afroamericani. Ma anche ebrei, omosessuali e cattolici fecero le spese della loro violenza divenendo oggetto di campagne intimidatorie, incendi di luoghi di culto, linciaggi, omicidi e stupri.
Crimini xenofobi. La sua storia è divisa in tre fasi. La prima iniziò subito dopo la fine della Guerra di Secessione e durò fino al 1871, quando il Congresso degli Stati Uniti adottò una serie di provvedimenti legislativi per placare l'ondata di crimini xenofobi commessi dai suoi affiliati.

La croce di fuoco. La seconda fase prese avvio nel 1915 sotto la guida di William Joseph Simmons, un ex pastore metodista che traendo ispirazione dagli antichi clan scozzesi introdusse per la prima volta la croce infuocata nell'iconografia dell'organizzazione. Negli Anni '20 il KKK visse il suo momento di massimo fulgore, giungendo ad avere tra tre e sei milioni di adepti: durante la Seconda guerra mondiale, però, fu sciolta - ma solo a causa di gravi problemi finanziari.
A partire dagli Anni '50 il nome Ku Klux Klan è stato infine riesumato da una serie di gruppi attivi in Alabama e in altri Stati del Sud, che si sono concentrati nell'opposizione al movimento per i diritti civili degli afroamericani, utilizzando ogni forma di violenza. Come quando tre giovani attivisti furono uccisi la notte del 21 giugno 1964 nel Mississippi.