Portoferraio, 4 maggio 1814: la nave inglese Undaunted approda nella rada dove ad attenderla c'è il generale Dalesme, governatore generale dell'isola d'Elba. A bordo c'è un illustre personaggio che sta per sbarcare dove il nemico ha deciso di confinarlo. Inizia così l'esilio di Napoleone Bonaparte e finisce il suo impero, conquistato a una velocità inconcepibile, ma segnato da uno stato di guerra permanente. In mezzo ci sarebbe stata ancora la parabola dei 100 giorni, il convulso periodo tra il rientro di Bonaparte a Parigi dopo l'esilio elbano (20 marzo 1815) e la restaurazione della monarchia borbonica di Luigi XVIII (8 luglio). Ma con quell'approdo sull'isola al largo della Toscana iniziava il fermo di Napoleone che per 9 mesi e 23 giorni dovette accontentarsi di un campo di manovra di 8.000 ettari, approssimativamente la superficie di Parigi. Per 299 giorni egli galoppò in questa arena di dimensioni ristrette.
In occasione del bicentenario dalla morte di Napoleone Bonaparte, avvenuta il 5 maggio 1821, attraverso la voci di alcuni dei più autorevoli storici che si sono occupati di questo grande protagonista della Storia, Storia in Podcast torna sul periodo meno documentato della vicenda dell'imperatore dei francesi. Fra tutti i luoghi in cui ha soggiornato Napoleone, l'Isola d'Elba è quello dove si è trattenuto più a lungo. Ma che più è stato ignorato dagli studiosi: su circa 180.000 opere che da più di 200 anni raccontano la sua vita e le sue gesta esistono pochissimi libri scritti da ricercatori e storici dedicati al Regno dell'Isola d'Elba.
Qui sotto, ascolta la seconda parte del podcast.