Albino Luciani, diventato papa col nome di Giovanni Paolo I, è stato proclamato beato nel settembre 2022 da papa Francesco. Ma chi era veramente quelli che venne definito "il papa del sorriso"? E ci sono ancora dei misteri legati alla sua morte avvenuta nel 1978 dopo soli 33 giorni di pontificato? Ripercorriamo la sua storia, partendo dalla fine, attraverso l'articolo "Morte in paradiso" di Irene Merli, tratto dagli archivi di Focus Storia.
La fine improvvisa. All'alba del 28 settembre 1978, verso le 5:15, suor Vincenza Taffarel porta il solito caffè caldo e leggero a Giovanni Paolo I, bussando alla porta per annunciarsi. La religiosa è al servizio di Albino Luciani dal 1969, quando era vescovo di Vittorio Veneto. Suor Vincenza torna dopo un quarto d'ora, come d'abitudine, ma trova il caffè ancora sul tavolo. Allarmata, chiama una consorella, Margherita Marin, e insieme bussano più forte. Nessuna risposta. Suor Vincenza entra per prima nella stanza: Giovanni Paolo I è seduto sul letto, indossa gli occhiali, ha dei fogli tra le mani e la luce del comodino è accesa. Ma la testa è inclinata a destra e il corpo è immobile. Le due religiose non tardano a capire: il Santo Padre è morto.
Il mistero della morte. Finisce così il pontificato lampo di papa Luciani, durato solo 33 giorni. E inizia il mistero vero o presunto della sua morte improvvisa a quasi 66 anni, che in quella mattina di fine settembre esplode come una bomba su tutti i mass media. Morte naturale oppure no? Il punto è che l'inaspettata scomparsa di papa Luciani pareva far comodo a molti. Anzitutto a monsignor Paul Marcinkus, presidente dello Ior, la banca del Vaticano. Sembra che Giovanni Paolo I l'avesse nel mirino e volesse toglierlo dalla sua chiacchieratissima posizione: aveva fondato una banca alle Bahamas nel cui consiglio di amministrazione sedevano Licio Gelli (capo della loggia P2) e gli spregiudicati banchieri Michele Sindona e Roberto Calvi.
E non solo. Uno dei più famosi reporter investigativi inglesi, David Yallop, si spingerà a scrivere che proprio Marcinkus sarebbe stato il mandante dell'omicidio del papa (si suppone per avvelenamento) per evitare di essere rimosso. E forse, in combutta col segretario di Stato, Jean-Marie Villot, molto avverso a Luciani: entrambi sarebbero in seguito risultati affiliati alla massoneria. Peccato che Yallop & co. non siano mai riusciti a passare dalle supposizioni alle prove.
TROPPO RIVOLUZIONARIO? Ma il brevissimo pontificato dell'ex patriarca di Venezia aveva generato preoccupazione anche in tutt'altre parti del Vaticano.
Non pochi cardinali della Curia erano rimasti sconcertati dalle sue innovazioni dottrinali: le teorie possibiliste sulla contraccezione (censurate dall'Osservatore Romano), l'affermazione che "Dio è papà, ma più ancora è mamma",il linguaggio nuovissimo per l'epoca, laico, semplice: dal discorso dell'elezione Luciani, ad esempio, aveva rinunciato al pluralis maiestatis. E la Chiesa non era abituata a tante aperture in pochi giorni.
Qualcuno delle alte gerarchie poteva aver voluto fermare il papa rivoluzionario? Ai posteri l'ardua sentenza. Perché anche qui, prove da esibire in tribunale a tutt'oggi non ne esistono. Quello che è certo è che il Vaticano ci mise del suo per far nascere supposizioni su supposizioni. Come da prassi, non venne autorizzata l'autopsia sul corpo del pontefice defunto. E quindi ci si dovette accontentare del referto ufficiale del medico chiamato dal segretario del papa, che aveva solo esaminato la salma e parlò di decesso avvenuto la sera precedente, verso le 23, per "morte improvvisa da infarto miocardico acuto".
Problemi di cuore. Poi venne diffusa una falsa versione sulla dinamica della morte di papa Luciani: nel comunicato ufficiale era scritto che a scoprire il decesso di Giovanni Paolo I era stato il suo segretario John Magee, mentre la prima a vedere il papa morto fu suor Vincenza Taffarel. Sembra che la notizia sia stata "addomesticata", perché pareva sconveniente far sapere che una donna, seppure suora, era entrata da sola nella camera da letto del papa. Non solo. I racconti dei segretari di papa Luciani e delle due suore circa il suo ultimo pomeriggio risultarono discrepanti: gli era venuto un dolore toracico oppure no?
In ogni caso, Albino Luciani non aveva una salute di ferro: da ragazzo aveva sofferto di una grave tubercolosi, in famiglia c'era stato un altro caso di morte improvvisa per problemi cardiaci, come si seppe in seguito, e gli erano stati riscontrati disturbi vascolari. Anche i cardinali che, prima del nuovo conclave, chiesero e richiesero in modo riservato ai medici che si erano occupati della salma di Giovanni Paolo I se avessero visto lesioni, o se una morte improvvisa sia sempre naturale, ebbero sempre la stessa risposta: attacco cardiaco. E qui, per ora, finisce il mistero.
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