Ricordate Re Mida, il re che secondo il mito trasformava in oro tutto ciò che toccava? Una scoperta sorprendente ci fornisce ora qualche dettaglio sulla sua morte avvenuta, sembra, per opera di un altro sovrano, a capo di un regno finora sconosciuto.
Una scoperta per caso. La storia di questa scoperta archeologica, in gran parte ancora da scrivere, inizia nel 2019, in un antico sito di tumuli nella Turchia centrale chiamato Türkmen-Karahöyük, dove un contadino locale, che stava lavorando ad un canale, scoprì l'esistenza di una grande pietra contrassegnata da una sorta di iscrizione a lui sconosciuta.
In questa vasta pianura, i reperti archeologici abbondano e gli archeologi inizialmente non sono saltati dalla sedia, alla notizia.
Molto antico! Trascorso qualche mese, l'archeologo James Osborne dell'Università di Chicago andò a visitare quella pietra e, dopo aver esaminato la stele capì subito che non si trattava di una banale scoperta. Innanzitutto gli fu chiaro che aveva davanti qualcosa di molto antico: le iscrizioni erano infatti in Luwian, la lingua usata in quella zona durante l'età del bronzo e del ferro.
Con l'aiuto di specialisti in quella lingua, gli archeologi hanno capito che i geroglifici su quell'antico blocco di pietra raccontavano di una vittoria militare. E non di una vittoria militare qualsiasi, perché gli sconfitti in questione erano i Frigi, popolazione dell'Anatolia risalente a circa 3.000 anni fa, governata da almeno un paio di sovrani chiamati Midas. Ma la datazione della stele e l'analisti del testo suggeriscono che il re Mida di cui si parla in quella iscrizione sia proprio il mitico sovrano dal "tocco d'oro".
Re Mida catturato! A questo punto qualcuno si stareà chiedendo chi siano, allora, i vincitori di cui si parla. I geroglifici raccontano la vittoria di un re chiamato Hartapu, che avrebbe catturato Mida con la forza. Lo scritto, tra l'altro, dice: "Gli dei della tempesta consegnarono il re [nemico] a sua maestà". Non si sa quasi nulla del re Hartapu, né si hanno notizie sul regno da lui governato.
La stele inoltre suggerisce che proprio in prossimità del gigantesco tumulo di Türkmen-Karahöyük sorgesse la capitale del regno di Hartapu, che durante il suo periodo di massimo splendore si estendeva per diversi chilometri quadrati. «Non avevamo idea dell'esistenza di questo regno», ha detto Osborne, «e invece in un lampo, abbiamo ricevuto nuove e profonde informazioni sull'età del ferro in Medio Oriente».
Solo l'inizio. E siamo solo agli inizi perché questo progetto archeologico è in corso e c'è ancora molto da scavare: «All'interno di quest'area ci sono certamente palazzi, monumenti da portare alla luce», sottolinea Osborne, «e questa stele – una scoperta meravigliosa e incredibilmente fortunata – non è che l'inizio».