Storia in Podcast, la grande audioteca di Focus, si arricchisce di un nuovo canale. Protagonisti i Savoia, una delle più antiche dinastie reali europee che regnò sull'Italia dal 1861 al 1946. Le storie da raccontare sono tante: qui scegliamo quella di Margherita di Savoia che fu la prima first lady del Regno d'Italia, lanciò nuove mode come una influencer ante litteram e si guadagnò un posto d'onore nell'immaginario popolare, tanto che il suo nome è ancora oggi legato al piatto italiano più famoso al mondo: la pizza margherita.
Regina d'Italia al fianco di Umberto I dal 1878 al 1900, Margherita di Savoia divenne una delle icone più rappresentative e amate della monarchia sabauda. Le ragioni di tanto successo? Un'ineguagliabile "professionalità" nel gestire la propria immagine e un talento naturale nelle pubbliche relazioni.
GLI ESORDI. Nata a Torino nel 1851, la futura regina era figlia di Elisabetta di Sassonia e del duca di Genova Ferdinando di Savoia, fratello dell'allora sovrano di Sardegna Vittorio Emanuele II. Quando aveva 10 anni, l'illustre zio divenne il primo re d'Italia, e presto si pose il problema di trovare una sposa adatta al giovane erede al trono, Umberto. «La scelta cadde sulla principessa Matilde d'Asburgo-Teschen, ma a pochi mesi dalla cerimonia la promessa sposa morì in un incendio», racconta Luciano Regolo, autore del libro Margherita di Savoia, i segreti di una regina (Edizioni Ares). «Fu allora che entrò in scena Margherita, cugina di Umberto, ritenuta la moglie "giusta" perché già educata secondo le consuetudini di casa Savoia».
Orfana di padre, la giovane aveva all'epoca 16 anni (7 in meno del consorte) e il physique du rôle perfetto: raffinata, intelligente e di bell'aspetto, con lunghi capelli biondi e intensi occhi azzurri. Con Umberto si sposarono a Torino nel 1868, e dopo le nozze intrapresero un tour della Penisola per "sponsorizzare" la neonata monarchia nazionale, guidata da Vittorio Emanuele II senza una regina al fianco (sua moglie Maria Adelaide d'Austria era morta nel 1855).
SENTIMENTI A PARTE. Al di là delle apparenze, il loro non fu un matrimonio d'amore. Donnaiolo impenitente, Umberto tradì spesso la moglie e rimase per tutta la vita innamorato della contessa Eugenia Bolognini Litta Visconti, rischiando di gettare un'ombra sull'immagine della famiglia reale.
Margherita imparò tuttavia a tollerare le intemperanze del consorte, costruendo con lui un'intesa quasi fraterna, e arrivò a permettere alla rivale di vegliare la salma del marito, dopo la sua morte.
Anche lei ebbe un flirt extraconiugale tollerato da Umberto: si innamorò del barone Luigi Beck Peccoz, con cui costruì un'intensa sintonia negli ultimi anni della permanenza sul trono.
PERFEZIONISTA. La giovane principessa si gettò anima e corpo nel ruolo di "prima dama d'Italia", accattivandosi sia le simpatie degli aristocratici sia quelle dei futuri sudditi. «Prima di ogni viaggio ufficiale, si informava sulle usanze delle donne del popolo, vestendosi come loro e iniziando così un processo che porterà in seguito tutte le italiane a identificarsi in lei», afferma l'esperto. «Alla vigilia del trasloco a Napoli, dove i neosposi si trasferirono subito dopo il matrimonio, volendo mostrarsi radicata nelle tradizioni partenopee arrivò persino a prendere lezioni di mandolino, imparando alcune canzoni napoletane».
Per conquistare gli aristocratici invece organizzava balli, concerti e letture, sfruttando gli eventi mondani per radicare il consenso attorno alla dinastia regnante. E non fu un compito facile: a Napoli, parte dell'aristocrazia era ancora filo-borbonica e a Roma, solo nel 1870 annessa al Regno d'Italia, la cosiddetta "nobiltà nera" rimaneva fedele al Papa. Alla fine, l'operazione popolarità riuscì alla perfezione e dopo l'ascesa al trono di Umberto, nel 1878, la fama della nuova regina non fece che crescere.
IL MARGHERITISMO. «La suggestione nei confronti di Margherita diede vita al cosiddetto "margheritismo", un fenomeno di costume che alla fine del XIX secolo influenzò diversi ambiti della vita sociale, in primis la moda», spiega Regolo. «Da sempre appassionata di abiti e gioielli, per cui spendeva cifre immense, la regina divenne infatti un'icona di stile, tanto che una delle prime riviste di moda del Paese si chiamerà in suo onore Margherita, il giornale delle signore italiane». Inoltre, le venne intitolato un po' di tutto, da nuove pietanze (come la pizza margherita, realizzata in suo onore dal piazzaiolo Raffaele Esposito durante una visita dei reali a Napoli) a rifugi alpini
AMATA FINO ALLA FINE. Nei 22 anni in cui affiancò Umberto sul trono, Margherita non rimase indifferente agli eventi esplosivi che scossero il Paese, segnato da agitazioni popolari e dalla nascita dei primi movimenti operai. Le tensioni culminarono il 29 luglio 1900 con l'uccisione di Umberto I per mano dell'anarchico Gaetano Bresci. Fu la regina a contribuire alla creazione del mito del "re martire", alimentato dai giornali dell'epoca.
La "connessione sentimentale" con gli italiani rimase viva fino al momento della morte, giunta a Bordighera il 4 gennaio 1926, quando la regina madre aveva 74 anni.
Il treno che la riportò a Roma si dovette fermare ben 92 volte per permettere alla folla di porgerle l'estremo saluto.
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Articolo tratto dall'articolo La regina influencer di Massimo Manzo, pubblicato su Focus Storia 159 (disponibile in digitale).
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In collaborazione con il Centro Studi Piemontesi.