Da tempo la scienza è alla ricerca di elementi utili per disegnare una mappa precisa delle lingue indoeuropee, per capirne l'origine e l'evoluzione. Nel 2012, un gruppo di biologi della University of Auckland ha portato a termine uno studio che è stato poi pubblicato su Science e tradotto in una mappa della diffusione delle lingue indoeuropee.
Origine comune. Guidati dal professor Quentin Atkinson, i ricercatori neozelandesi hanno così scoperto che esiste una radice unica comune alle lingue di questo ceppo, che si sono poi evolute e modificate in relazione alla storia delle diverse popolazioni: tutto nacque in Anatolia, l'altopiano che domina il centro dell'attuale Turchia.
Il suggestivo video che vediamo qui sopra (testi in inglese), pubblicato poco tempo fa su Business Insider, racconta come le lingue si sono diffuse nel pianeta lungo l'asse del tempo, a partire proprio dall'Anatolia. A nord le slave, che hanno poi prodotto le lingue germaniche, celtiche, latine (nel video si legge l'erroneo termine 'Italic'), baltiche, e via via le altre. A sud le indo-iraniane, che sono alla base del persiano antico, il sanscrito (che poi originò urdu e hindi), l'armeno, il curdo.
Atkinson era stato citato su Nature per la sua teoria già nel 2003, suscitando reazioni controverse sull'origine anatolica delle lingue indoeuropee. Atkinson, infatti, ha impiegato un metodo usato finora per seguire la diffusione delle epidemie virali. Sia per i virus sia per le parole, il cambiamento dalla forma originaria alle nuove varianti si svolge in modo
graduale e secondo una sequenza precisa.
Per esempio, il vocabolo originale indoeuropeo corrispondente a "padre" suona come pәtar; il latino pater è quindi più simile del tedesco Vater, mentre l’inglese father se ne discosta ancora di più. Da cui il risultato della ricerca: le espressioni meno distanti dalla variante originaria sono tipiche di lingue che venivano parlate nella regione anatolica.
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