Sfuggente o pronunciato poco importa: il mento, la protuberanza ossea più avanzata della mandibola inferiore, è da tempo oggetto di dibattito tra gli esperti di evoluzione. La sua presenza è una caratteristica peculiare del genere umano: nessun altro primate ne vanta uno. A cosa serve, allora?
Una nuova teoria suggerisce che esso sia un effetto del cambiamento di alimentazione che interessò il genere umano a partire da 2 milioni di anni fa. La cottura dei cibi avrebbe reso più semplice la masticazione, eliminando la necessità di grossi denti e mascelle prominenti. Il mento sarebbe nato di conseguenza a un assottigliamento della mandibola inferiore.
ornamento sexy? La ricerca dell'Università della Florida pubblicata sul Journal of Human Evolution fa ordine in una selva di ipotesi sull'origine dell'osso. Teorie precedenti vedevano nel mento un carattere sessuale secondario necessario ad attrarre le partner: quale donna è indifferente al fascino dei "mascelloni"? Bella teoria, ma non così convincente: anche le donne hanno il mento, ed è molto difficile che un mammifero femmina selezioni il compagno sulla base di un tratto che possiede a sua volta.
Frutto del caso... Per altri il mento sarebbe un adattamento alla nascita del linguaggio, o al passaggio alla posizione eretta, o ancora un modo per controbilanciare lo stress della masticazione, o una pura "casualità". L'antropologo James Pampush ha raccolto i dati sulla mandibola inferiore di 123 primati, confrontando l'entità e la velocità dei cambiamenti nella loro forma.
Il mento umano si sarebbe evoluto 77 volte più velocemente rispetto alla media delle altre caratteristiche facciali dei primati: la prova, per Pampush, che la sua presenza non è frutto di una mutazione genetica casuale, ma che fu spinto dalla selezione naturale.
Grazie, fuoco. La "pressione evolutiva" che fece scattare questa molla è più difficile da identificare. Per il ricercatore deve trattarsi di uno spandrel, cioè di una caratteristica sviluppatasi come conseguenza di un'altra, e non come un risultato diretto della selezione. In questo caso, l'evento scatenante sarebbe stata l'usanza di cuocere i cibi.
«Deve essere accaduto tra i 6 milioni - ossia il momento della separazione tra uomo e scimpanzé - e i 200 mila anni fa» precisa Pampush. «La mia ipotesi è che sia accaduto a partire da 2 milioni di anni fa, quando ci fu un "salto" nelle dimensioni del cervello. L'Homo erectus aveva un corpo più grosso e un cervello più sviluppato. Probabilmente cucinava e usava vestiti. Era molto simile all'uomo moderno, ma senza mento».
«I cambiamenti che portarono allo sviluppo del mento potrebbero essere direttamente legati alla cottura, che permise all'Homo erectus di ridurre il tempo speso ad alimentarsi e portò a denti più piccoli.
Il restringimento dei denti potrebbe aver causato come sottoprodotto la comparsa del mento».