L'ondata di peste che nel Trecento ha decimato la popolazione europea, uccidendo un terzo degli abitanti dell'continente (allora circa 75-80 milioni), ha lasciato anche un'eredità curiosa: uno studio recente rileva che, dopo l'epidemia, le ossa delle donne sono diventate più corte - e di conseguenza le donne più basse.
I fatti. A sostenerlo è Sharon DeWitte, dell'Università della Carolina del Sud (Usa) che - dopo aver confrontando le tibie e i canini di donne morte prima e dopo la peste - ha pubblicato i risultati del suo studio nell'American Journal of Human Biology.
A fine Trecento, a peste conclusa, le condizioni di vita della popolazione erano migliorate in tutta Europa: c'era più lavoro, le persone erano in media più sane e circolava più cibo. Come spiegare allora questo fatto?
La ragione, afferma DeWitte, è nell'alimentazione: una dieta ricca di grassi (che incidono sugli ormoni) potrebbe aver accellerato la pubertà delle donne. Il raggiungimento anticipato della fase dello sviluppo (il menarca) avrebbe provocato un arresto nella crescita.
Le altre spiegazioni. Questa, precisa la studiosa, è un'ipotesi: la causa potrebbe essere anche di tipo opposto. Le donne, cioè, mangiavano troppo poco e questo potrebbe aver rallentato il loro sviluppo. Il che significherebbe che il miglioramento globale dell'alimentazione sarebbe andato a vantaggio solo degli uomini. È possibile anche un'altra spiegazione: una sorta di tragica "selezione naturale". Le donne più alte potrebbero cioè essere morte durante l'epidemia.