Gli antichi romani sono passati alla Storia anche per la costruzione di importanti strade, ma è difficile oggi riuscire a farsi un'idea precisa del reticolo di vie che collegavano Roma alle altre città dell'Impero.
Sasha Trubetskoy, geografo e statistico di Washington, D.C., ci ha provato utilizzando un linguaggio per molti congeniale: quello dei percorsi delle metropolitane. Ha selezionato le città principali - le capitali delle province nel II secolo d.C. - e le ha trattate come fermate del metrò.
Quindi, ha collegato questi snodi evidenziando le principali strade individuate nelle fonti storiche (tra le principali: il modello ORBIS dell'Università di Stanford, un progetto che raccoglie i dati sugli spostamenti e i viaggi ai tempi dei romani; il progetto Pelagios, una mappa digitale delle strade dell'antica Roma, e l'Itinerario antonino, un registro delle stazioni e delle distanze tra un insediamento romano e l'altro).
Quanto ci voleva? I tempi di percorrenza variavano in base al mezzo utilizzato, al denaro a disposizione e alla stagione. In estate, si poteva andare da Roma a Bisanzio (l'odierna Istanbul) in due mesi, a piedi, e in un mese a cavallo. Nella mappa mancano però gli spostamenti sull'acqua: quelli via mare erano più rapidi ed economici. Una combinazione di cavallo e navigazione poteva portare da Roma a Bisanzio in 25 giorni.
Il ruolo dei fiumi. Per Cristina Miedico, Direttrice Scientifica presso Museo Archeologico e Museo Diffuso di Angera, un'altra svista importante è la totale mancanza, nella mappa, dei fiumi, come Po, Reno, Rodano e Danubio. Se i romani impararono a costruire strade dagli Etruschi, furono invece maestri nel costruire arterie che incrociassero fiumi e vie d'acqua, in modo da favorire al meglio viabilità e commercio.