Uno degli ultimi angoli del Pianeta ad essere scoperto e colonizzato dall'uomo ebbe a lungo società matrilocali, organizzate cioè attorno alle donne, cardini stabili delle comunità. Lo sostiene uno studio genetico sui primi navigatori del Pacifico che, attorno a 3000 anni fa, raggiunsero per la prima volta le isole dell'Oceania lontana, una costellazione di stati insulari che comprende la Micronesia, la Polinesia e la Melanesia orientale.
La ricerca, che è stata pubblicata su Science, lascia intendere che la struttura dei primi insediamenti umani nelle isole più remote del Pacifico prevedesse che le donne rimanessero stabilmente nell'isola e nella famiglia di origine, e fossero invece gli uomini a spostarsi per vivere con la moglie: esattamente l'opposto di quanto accadeva e ancora accade nelle società patrilocali, assai più comuni nelle popolazioni di Europa ed Africa.
Occupazione recente. Sappiamo che 50.000 anni fa esistevano popolazioni umane ormai consolidate in Australia, Nuova Guinea e Isole Salomone (in quella regione di Pacifico definita Oceania vicina). Tuttavia, la colonizzazione delle isole dell'Oceania lontana avvenne soltanto successivamente a 3500 anni fa, quando alcuni coraggiosi esploratori marini, forse partiti dall'odierna Taiwan, si spinsero con le loro canoe in mare aperto, fino a raggiungere la Micronesia con le sue circa 2000 isole e le altre parti inesplorate del Pacifico occidentale. Di queste prime società conosciamo ancora pochissimi dettagli.
Poca mescolanza. Un gruppo di genetisti guidato da David Reich, Professore della Harvard Medical School, ha analizzato il genoma di circa 300 individui antichi e moderni vissuti sulle isole dell'Oceania lontana negli ultimi 3000 anni. Ha così scoperto che almeno cinque gruppi di esploratori su canoe sono migrati in questo angolo di Pacifico nell'arco di tempo considerato, e che una volta che una popolazione si era insediata su un'isola le donne tendevano a "presidiare" il loro posto, perpetuando il lignaggio materno nel corso delle generazioni, mentre gli uomini venivano dall'esterno.
Lo si è capito perché, quando le popolazioni si incrociano poco nel corso della storia, per esempio perché abitanti su isole diverse, il loro DNA si diversifica nel tempo. In questo caso però l'effetto era molto più evidente nel DNA mitocondriale, quello che si trasmette di madre in figlia. Le donne si spostavano dunque molto meno rispetto agli uomini, e la loro firma genetica restava caratteristica unica dell'isola di origine.
Potere alle donne? Non per forza... Le società matrilocali sono insolite ma non rare come si crede.
In epoca pre-industriale se ne sono sviluppate per esempio nel bacino dell'Amazzonia, nella Cina centrale e nel Sud dell'India. Matrilocali, poi, non significa necessariamente matriarcali (e quindi, pacifiche e governate dalle donne come saremmo tentati di pensare). Lo stesso effetto osservato sul genoma si sarebbe ottenuto se, per esempio, gli uomini avessero invaso le isole vicine usando la forza. Anche in questo caso le donne sarebbero rimaste sulla propria isola, ma soggiogate e costrette: uno scenario, questo, decisamente diverso.
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