L'anguria, o cocomero se preferite, è il classico frutto estivo, divorato in enormi quantità perché la sua polpa è succosa e dissetante; e come sa chiunque ne abbia mai mangiato una fetta, sputarne i semi è una delle piccole grandi gioie della vita. Eppure non è sempre andata così: mangiamo angurie da più di 6.000 anni, ma all'inizio le cercavamo per altri motivi, ignorando la polpa e puntando tutto proprio sui semi.
Angurie addomesticate. È il risultato di una ricerca condotta su resti archeologici ritrovati in Libia e risalenti, per l'appunto, a 6.000 anni fa, che dimostrano come le prime angurie "addomesticate" fossero diverse da quelle moderne, e coltivate appunto per i loro semi. Lo studio è pubblicato su Molecular Biology and Evolution.
La storia dell'anguria. Sappiamo da tempo che l'anguria è stata usata come cibo per la prima volta in Africa. Quello che non sappiamo è quando e dove precisamente abbiamo cominciato a coltivare la forma moderna, quella che mangiamo per la sua ricca polpa: l'anno scorso, per esempio, la sua origine è stata identificata nella valle del Nilo, circa 2.000 anni fa, ma ci sono testimonianze ancora più antiche del consumo di anguria da parte dell'uomo. Il problema è che si tratta di semi, l'unica parte di questo frutto che ha qualche speranza di fossilizzarsi; e osservare un seme fossile di anguria non è sufficiente per stabilire se si tratti davvero di un seme di Citrullus lanatus o se appartenga invece a una delle altre sei specie del genere Citrullus, che hanno tutte una polpa più dura e dal sapore amaro.
Il DNA dei semi. Il team della Washington University di St. Louis si è quindi dovuto rivolgere a un altro metodo: l'analisi genetica, condotta su una serie di semi ritrovati in Libia e che risalgono a 6.000 anni fa – molto tempo prima il teorico inizio della "domesticazione" dell'anguria. Il loro genoma è stato confrontato con quello delle specie attuali di anguria, scoprendo così che i semi libici non appartengono a Citrullus lanatus ma a Citrullus mucosospermus, una specie che oggi si ritrova solo nell'Africa occidentale. Quello che è interessante, però, è che i semi portano segni di denti umani, e appartenevano a frutti coltivati, non raccolti; se però questa "anguria ancestrale" non aveva una polpa nutriente, perché veniva coltivata? Per i semi, appunto, che come quelli dell'anguria moderna sono ricchi di nutrienti e molto saporiti: venivano fatti asciugare all'aria, arrostiti oppure bolliti, e rappresentavano un ottimo spuntino già 6.000 anni fa.
Poi abbiamo scoperto l'anguria con la polpa commestibile, e da lì è cambiato tutto…