L'aterosclerosi affliggeva i nostri antenati molto prima che divano, tv e cibi spazzatura ci mettessero al tappeto. Un'analisi compiuta su oltre cento mummie provenienti da culture diverse mostra infatti che anche le arterie degli antichi rivelano accumuli di grassi e colesterolo responsabili di problemi cardiaci ed eventi acuti come ictus e infarti.
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I ricercatori del Long Beach Memorial Medical Center (California) hanno eseguito tomografie computerizzate di 137 mummie di antichi egizi, peruviani, abitanti delle isole Aleutine (isole costiere pacifiche di Alaska e Canada) e antenati del popolo nativo americano dei Pueblo, originario del sudovest degli Stati Uniti.
Sette esperti radiologi hanno individuato placche aterosclerotiche sulle pareti delle arterie ancora distinguibili o dove un tempo c'erano le arterie. Studi passati avevano individuato segni di aterosclerosi nelle mummie egiziane, ma è anche vero che il processo di mummificazione presso gli antichi egizi interessava le classi più alte della società, che avevano accesso a una dieta più ricca. In effetti hanno mostrato placche di grasso 29 delle 76 mummie egizie esaminate. Ma anche 13 delle 51 mummie peruviane (datate dal 200 al 1500 d.C.), 2 delle 5 appartenenti al popolo Pueblo (dal 1500 a.C al 500 d.C.) e 3 delle 5 degli aleutini che vissero nel 19esimo e 20esimo secolo.
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Il 38% delle mummie egizie e il 29% delle altre mummie mostra segni di aterosclerosi, nonchè il 50% delle mummie di persone di età superiore ai 40 anni, come rivela lo studio pubblicato su Lancet. La patologia, insomma, sembrerebbe correlata all'invecchiamento, anche perché la dieta variava di cultura in cultura: se gli egizi prediligevano cibi molto ricchi di grassi saturi, i peruviani coltivavano mais, patate e fagioli, i Pueblo cacciavano conigli, cervi e pecore, mentre gli aleutini si nutrivano di pesce, crostacei, foche e balene.
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