Le popolazioni di Eurasia e America sarebbero connesse da più tempo di quanto si pensasse: è quanto emerge da uno studio, pubblicato su Cell, che ha analizzato la genetica di alcuni antichi abitanti delle rive del Lago Baikal, in Siberia, riscontrandone l'origine mista tipica dei nativi americani. La ricerca dimostrerebbe inoltre la mobilità delle popolazioni vissute in Eurasia durante l'Antica Età del Bronzo (2300-1700 a.C.), testimoniata anche dalle numerose mutazioni e mescolanze genetiche.
Antichi legami. Che Siberia e America fossero connesse fin dall'antichità era già chiaro agli studiosi da tempo. Tuttavia uno degli individui analizzati in questo studio, vissuto 14.000 anni fa durante il Paleolitico Superiore, è il più antico nel quale si sia riscontrata la mescolanza di antenati tipica dei nativi americani. Per determinare con precisione il luogo e il periodo in cui le due stirpi, quella degli antichi eurasiatici del Nord e degli asiatici nord-orientali, si siano unite, sarà necessario studiare altri genomi appartenenti alle diverse popolazioni vissute in Siberia durante il Paleolitico Superiore.
I movimenti della peste. Lo studio ha anche portato a galla delle connessioni intracontinentali, evidenziate dalla presenza di un batterio tristemente noto, lo Yersinia pestis, causa delle diverse epidemie di peste che si sono susseguite durante la storia. Nonostante si sia sempre ipotizzato che la diffusione dello Yersinia pestis fosse iniziata con le massicce migrazioni di popolazioni provenienti dalle steppe eurasiatiche (nel centro del continente), gli archeologi ne hanno rinvenuto delle tracce sui resti di due individui di origine asiatica nord-orientale vissuti durante l'Antica Età del Bronzo: il batterio avrebbe quindi viaggiato insieme ai suoi ospiti attraverso l'Eurasia molto prima di quanto si pensava.
Inoltre, le tracce del patogeno riscontrate nella coppia sarebbero collegate a un ceppo contemporaneo identificato in un altro soggetto ritrovato nella regione Baltica, in Europa nordorientale. «Questa presenza orientale di antichi ceppi dello Y. pestis fa capire che durante l'Età del Bronzo le popolazioni eurasiatiche percorrevano lunghe distanze», afferma Maria Spyrou, uno degli autori dello studio.