Nel cuore del Monti Lessini, in provincia di Verona, c'è uno straordinario sito preistorico: la Grotta di Fumane. Qui, in un periodo che va da circa 90.000 a 25.000 anni fa, sono passati gruppi di Neanderthal e Sapiens, che hanno usato la grotta come riparo di caccia e insediamento stagionale. Ecco come vivevano.
Ma perché i Sapiens hanno avuto la meglio e sono rimasti l'unica specie di Homo sulla Terra? Non sempre le lotte e i conflitti, in natura, sono vinti dai buoni, dai migliori, dai più "evoluti". A volte è questione di combinazioni casuali, di essere al posto giusto al momento giusto. E così non è sempre facile capire cosa sia successo nel passato, anche abbastanza recente, della nostra specie.
L'esempio più classico di "mistero storico" è appunto l'incontro tra le popolazioni di Homo sapiens e quelle di uomo di Neanderthal, in Europa. Nel giro di poche migliaia di anni, un tempo molto breve nella storia della Terra, la nostra specie ha conquistato il territorio dei precedenti abitanti, fino a vederli scomparire circa 40.000 anni fa. Da quando i paleoantropologi hanno (almeno grossolanamente) ricostruito questa storia, le ipotesi su come e perché ciò sia avvenuto sono state decine.
La prima, e la più facile, è quella che si potrebbe definire della "pulizia etnica". La nostra specie, penetrata in Europa dall'Asia (dopo aver fatto un lungo giro provenendo dall'Africa) si sarebbe scontrata con cacciatori di un'altra specie, appunto l'Homo neanderthalensis, nei continenti settentrionali da molto tempo, e li avrebbe sterminati rapidamente.
Un'ipotesi che si appoggia sul fatto che, quando furono scoperti, agli uomini di Neanderthal fu appiccicata la fama di specie dalla limitata intelligenza e tecnologia, in grado appena di sopravvivere in un territorio freddo e ostile. Bruti con poco cervello, in fondo; l'uomo moderno avrebbe avuto, secondo questa narrazione, poche difficoltà a sopraffare una specie "inferiore".
Nessuno però ci crede più. Non cisono prove che questo sia accaduto. «Non c'è nessun aumento improvviso di ferite mortali negli uomini di Neanderthal», afferma Rebecca Wragg Sykes, archeologa e divulgatrice inglese.
L'articolo prosegue su Focus in edicola