Storia

La top ten dei libri antichi perduti

Enciclopedie, testi sacri, scienza e opere letterarie: sono molti i testi antichi andati perduti nel corso della Storia e che oggi nessuno ha più modo di leggere.

Depredate, perse, distrutte: è il triste destino di molte opere del passato, religiose o letterarie. Oggi avrebbero un valore immenso e secoli fa ebbero un ruolo decisivo per la cultura dei Paesi in cui sono nate. Ecco, in questa arbitraria top ten, i testi antichi che oggi, purtroppo, nessuno può leggere.

1. I libri sibillini: erano una raccolta di responsi oracolari delle Sibille, le sacerdotesse degli dei (soprattutto di Apollo). I testi, scritti in greco e conservati nel tempio di Giove Capitolino, sul Campidoglio, erano custoditi da un collegio di sacerdoti e per nove secoli vennero considerati l'unico riferimento da consultare nel momento del bisogno, durante ogni crisi politica. Bruciarono in un incendio del tempio, nell'83 a.C.

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La Sibilla Cumana, una delle più importanti sacerdotesse di Apollo, in un dipinto di Andrea del Castagno (1421-1547). © Andrea del Castagno/WikiMedia

Si tentò di ricostruirli per ordine dell'imperatore Augusto, ma anche queste copie non ebbero fortuna: nel V secolo furono distrutte, pare per ordine del vandalo Stilicone che temeva potessero finire nelle mani dei visigoti. A noi sono giunti solo alcuni frammenti di pochi versi.

2. Le poesie di Saffo: nel VI secolo a.C. la poetessa greca Saffo compose oltre diecimila versi. Gli studiosi della biblioteca di Alessandria raccolsero le sue opere in otto o forse nove libri. Di questa produzione ci è rimasto ben poco, appena pochi frammenti. L'unico componimento che ci è giunto per intero è L'inno ad Afrodite, una lirica dedicata all'amore.

3. L'AchilleiS di Eschilo: è una trilogia del drammaturgo greco Eschilo (V secolo a.C.). L'Achilleis riproponeva la guerra di Troia sotto forma di tre tragedie: i Mirmidoni, le Nereidi e i Frigi. Di queste tre opere teatrali esistono oggi solo pochi frammenti, anche se gli storici, partendo dalle citazioni di altri autori, sono riusciti a ricostruire il loro contenuto complessivo con ragionevole certezza.

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Il cosiddetto Codice di Dresda, uno dei pochi frammenti dei codici Maya giunti fino a noi.

4. I codici Maya: sono libri della cultura precolombiana Maya, scritti fin dal IX secolo in geroglifici su stoffa di corteccia mesoamericana, una particolare "carta" utilizzata in quelle regioni. I libri erano molti, ma oggi ne sopravvivono meno di cinque: tutti gli altri vennero bruciati dai conquistatores nel Cinquecento.

5. I Pañchatantra: era una raccolta di antiche favole indiane in prosa o in versi, diffusa già nel 100 a.C. Non sappiamo quando fu scritta, perché l'opera originale è andata perduta: a noi sono giunte solo traduzioni e rifacimenti spesso molto differenti tra loro.

6. L'Avesta: del libro sacro dell'antica religione zoroastriana della Persia sopravvive solo una collezione di frammenti, circa un quarto del testo originale. Gli ultimi manoscritti completi potrebbero essere bruciati quando Alessandro Magno conquistò Persepoli, nel 330 a.

C.

7. Il Sesto classico di Confucio: un corpus di libri attribuito a Confucio che ancora oggi è considerato fondamentale nella letteratura classica cinese. Ci sono pervenuti i "Cinque Classici", dedicati alla poesia, alla retorica, ai riti antichi, alla storia e alla divinazione. Il sesto libro, quello sulla musica, potrebbe essere scomparso nel III secolo a.C.

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Una pagina da un codice del 1429 del Calila e Dimna, traduzione persiana del I libro del Pañchatantra secondo una possibile ricostruzione letteraria. © WikiMedia
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Estratto da ciò che ci resta dell'enciclopedia Yongle. © WikiMedia

8. L'Enciclopedia Yongle: fu commissionata dall'imperatore Yongle, della dinastia cinese Ming, nel 1403. Il progetto era enorme: per realizzarlo vi lavorarono 2.000 studiosi che scrissero 8.000 testi raccontando la storia cinese dai tempi antichi fino agli inizi della dinastia Ming. Ne uscirono 11.000 volumi su argomenti che spaziavano dall'agricoltura all'arte, alla teologia e alle scienze naturali. Molti volumi bruciarono nella Ribellione popolare cinese dei Boxer (1901): a noi è arrivato solo il 3% dell'opera.

9. I trattati di Alhazen: matematico medievale, astronomo e fisico, Alhazen scrisse un trattato di ottica ed elaborò un metodo scientifico che influenzò molti pensatori europei dei secoli successivi. Ancora oggi è considerato il padre dell'ottica moderna. I suoi studi contribuirono a mettere in discussione le vecchie teorie sulla natura e la diffusione delle immagini visive. Fino a quel momento infatti si riteneva che la luce fosse un'elaborazione soggettiva e relativa della psiche umana.

10. I libri perduti della Bibbia: La Bibbia che conosciamo noi è una versione parziale dei testi originari, accettata dalla gerarchia ecclesiastica. Sarebbero però esistiti anche diversi libri oggi mancanti a cui le Sacre Scritture fanno riferimento, come il Libro delle Battaglie di Jahvé citato nel Libro dei numeri o il Libro delle Cronache dei Re di Israele, di cui non si ha più alcuna traccia.

9 aprile 2018 Giuliana Rotondi
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