Storia

La strada che seguì l'uomo per uscire dall'Africa

I nostri antenati si spinsero verso Europa ed Asia passando attraverso l'Egitto e non per Etiopia e Medio Oriente: è l'ipotesi dello studio di un ricercatore italiano basato sull'analisi genetica del DNA di popolazioni africane moderne.

Le origini della nostra specie affondano nel continente africano. Ma quale strada seguirono i Sapiens per uscire dalla culla dell'umanità? Nuove analisi genetiche sulle moderne popolazioni africane porterebbero a sostenere l'ipotesi di una "rotta settentrionale": i Sapiens sarebbero giunti in Asia ed Europa passando attraverso l'Egitto, e non dall'Etiopia come spesso sostenuto.

DUE POSSIBILI VIE. «L'origine Africana dell'Homo sapiens circa 200.000 anni fa è largamente accettata» spiega a Focus.it Luca Pagani, ricercatore italiano del Wellcome Trust Sanger Institute e del'Università di Cambridge (Gran Bretagna), tra gli autori dello studio pubblicato sull'American Journal of Human Genetics (AJHG).

«Ma il percorso, o i percorsi che l'hanno portato alla colonizzazione dell'Eurasia e dell'Oceania sono stati oggetto di un lungo dibattito. Evidenze archeologiche sembravano indicare una rotta meridionale (dall'Etiopia, attraverso la penisola Araba fino ad arrivare in Iran/Pakistan) come la più probabile, anche se reperti rinvenuti nel Vicino Oriente hanno fatto, a tratti, propendere per una rotta settentrionale, attraverso l'Egitto e il Sinai per arrivare nel Levante.

Anche le evidenze genetiche di un incrocio fra i Neanderthal e i progenitori di tutti i non Africani, data l'assenza di Neanderthal in Arabia, farebbero propendere per una rotta settentrionale per uscire dall'Africa».

quale strada? «Per rispondere a questa domanda abbiamo raccolto campioni di popolazioni africane che abitano attualmente in prossimità dei "varchi" per uscire dall'Africa. In particolare abbiamo campionato e sequenziato 100 individui provenienti dall'Egitto e 125 individui Etiopici».

A CACCIA DI SOMIGLIANZE. «L’ipotesi da noi testata è in realtà molto semplice: se gli antenati degli euroasiatici hanno seguito una rotta meridionale (quindi attraverso l'Etiopia e l'Arabia), il genoma etiopico sarà, fra tutti i genomi africani, quello più simile al nostro perché più vicino, in ordine cronologico, a quello degli Euroasiatici. Se, al contrario, la rotta settentrionale è stata quella scelta dagli antenati degli euroasiatici, il genoma degli egiziani sarà quello più affine». In effetti così è stato: il genoma egiziano ha rivelato una più alta somiglianza genetica con quello euroasiatico rispetto a quello etiopico.

Un'infografica che riassume i risultati della ricerca: si propende per una rotta settentrionale e non meridionale. © Luca Pagani

Intrusioni successive. «Questo semplice test è stato però complicato da migrazioni che, sia in epoca storica che preistorica, hanno portato dal Mediterraneo orientale in Egitto e in Etiopia componenti genomiche non africane. Di conseguenza, se trattati in modo superficiale, i genomi dei moderni etiopici ed egiziani risulterebbero più simili a quelli degli euroasiatici, a causa di queste "retro"-migrazioni recenti».

Nessun abbaglio. «Per evitare questo problema, prima di testare la nostra ipotesi abbiamo individuato all'interno di ciascun genoma egiziano o etiopico quali fossero le componenti genuinamente africane.

Prelevando solo queste componenti siamo riusciti a testare la nostra ipotesi senza incorrere in errori derivanti dalla storia recente di queste popolazioni».

Il mistero degli utensili. C'è poi un altro punto critico. Rilievi archeologici sugli strumenti lasciati dai Sapiens nel loro cammino fuori dall'Africa hanno fatto propendere in passato, per l'ipotesi di una rotta attraverso Etiopia e Penisola araba (ve ne avevamo parlato qui). Come conciliare questi dati con i dati genetici?

Migrazione successiva. «I reperti archeologici - chiarisce Pagani - possono parlarci dell'occupazione di un'area da parte della nostra specie e, in alcuni casi, della numerosità degli individui, ma non del patrimonio genetico di chi li ha lasciati. La presenza di questi manufatti lungo la rotta meridionale potrebbe essere spiegata come un'ulteriore migrazione (rispetto a quella di cui parliamo nel nostro lavoro) dall'Africa verso l'Eurasia che, però, non ha lasciato una discendenza genetica nella popolazioni moderne».

Origine australiana? «Questi reperti "meridionali" potrebbero anche essere stati lasciati non dagli antenati dei moderni eurasiatici, ma dagli antenati degli oceanici. Ci sono infatti evidenze genetiche ed archeologiche che potrebbero far pensare ad una diversa origine africana di queste popolazioni (ovvero ad una loro origine africana, ma ad una uscita indipendente, magari meridionale, rispetto a quella degli euroasiatici). Campioni da popolazioni attualmente residenti in Australia o Papua Nuova Guinea sarebbero sicuramente di grande valore per rispondere a questa domanda».

28 maggio 2015 Elisabetta Intini
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

In questo numero di Focus Storia vi portiamo alla scoperta di figure storiche, battaglie e curiosità che hanno segnato epoche e paesi, con un’attenzione speciale alla Francia del Seicento.

Il protagonista principale è il cardinale Richelieu, l’abile politico che plasmò la Francia moderna. In "Eminenza rossa" tracciamo il ritratto di questo potente uomo di Stato, mentre "L’assedio del Gran Cardinale" ci racconta la sua vittoria contro gli ugonotti a La Rochelle. A seguire, con "Eminenza grigia" scopriamo la figura di padre Giuseppe, il suo fidato consigliere, e in "Mazzarino l’erede" esploriamo il ruolo del cardinale italiano che ne continuò l’opera.

Tra le altre storie: l’articolo "Infanzia randagia" ci porta nella Russia degli anni ‘20 e ‘30, con il fenomeno dei besprizornye, bambini abbandonati nelle città. Non mancano approfondimenti come "Delitti al microscopio", che esplora la nascita delle indagini scientifiche, e "Il canto libero", dedicato alle origini del jazz.

ABBONATI A 29,90€

In questo numero di Focus, esploriamo un affascinante mix di scienza, natura e curiosità quotidiane.

Dedichiamo uno speciale alle strategie di leadership, scoprendo cosa dicono le ricerche sui capi e come gestiscono i loro team. Nell'articolo "Nella testa del boss" analizziamo il loro modo di pensare, mentre "E tu che capo hai?" ci svela i diversi tipi di leader.

Scopriamo storie di successo nella conservazione della fauna con "A volte ritornano", che racconta la rinascita di specie come linci e cervi. Per gli appassionati di scienza, analizziamo il ruolo delle impronte digitali nel corpo umano.

In più, l'astrofisica ci sorprende con teorie alternative sull’energia oscura nell'intervista "L’energia oscura? Secondo me non esiste". Non perdete i vincitori del Drone Photo Awards, con immagini spettacolari tra fantasia e tecnologia.

ABBONATI A 31,90€
Follow us