Ogni anno tra il 17 luglio e il 24 agosto la Terra è investita dallo sciame della cometa Swift-Tuttle. I detriti rocciosi del corpo celeste entrano velocissimi nell'atmosfera e, fondendosi, producono scie luminose visibili a occhio nudo: sono le cosiddette stelle cadenti. Il fenomeno fu osservato per la prima volta dai cinesi nel 36 d.C., ma solo nel XIX secolo si comprese che si ripeteva ogni anno in quel periodo.
Spiegazioni. Per spiegare l'insolito fenomeno, nel tempo sono nati miti come quello greco, secondo cui le scie ricordano il giorno in cui Zeus, si unì alla mortale Danae dandole un figlio, Perseo. Per i cattolici, invece, la pioggia di stelle è associata a san Lorenzo diacono (al latino Laurentius), festeggiato il 10 agosto, anniversario del martirio avvenuto durante le persecuzioni dell'imperatore Valeriano (nel 258 d. C.). Le scie rappresenterebbero le lacrime del santo o i carboni ardenti della graticola su cui, secondo la tradizione, fu arso vivo. Ma le cose sono andate davvero così? Ripercorriamo la storia della vita di san Lorenzo.
Nativo di Huesca, in Spagna, Lorenzo si recò a Saragozza per fare studi teologici e uma- nistici. Lì conobbe il futuro papa Sisto II, che era uno dei maestri più apprezzati in città. Tra i due nacque una profonda amicizia e insieme si reca-rono a Roma. Nel 257 Sisto fu eletto papa, e Lorenzo divenne uno dei suoi sette diaconi, con l'incarico di amministrare le offerte fatte alla diocesi romana e di assistere il papa nella celebrazione dei riti.
Temporeggiatore. All'inizio del 258, l'imperatore Valeriano scatenò una nuova persecuzione contro i cristiani e ordinò di uccidere vescovi e preti. Ai primi di agosto fu decapitato Sisto II. E il prefetto imperiale intimò a Lorenzo di consegnare i tesori della Chiesa. Lui chiese tempo, distribuì tutte le offerte agli indigenti e quando comparve davanti al prefetto romano disse, indicando la torma di malati, storpi e poveri beneficiari: "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi". A quel punto fu condannato a morte.
Secondo la leggenda, che nei secoli ha ispirato artisti e detti popolari, perì bruciato su una graticola sotto la quale erano stati posti carboni ardenti. Ma secondo molti storici, durante la persecuzione di Valeriano non furono ordinate torture e probabilmente il diacono Lorenzo fu decapitato come Sisto II. E il suo corpo venne deposto in una tomba sulla via Tiburtina, dove sorse una basilica poi ampliata e ancora esistente.
[Tratto e adattato da un articolo di Irene Merli per Focus Storia]