Nell’antica città di Ugarit, l’attuale Ras Shamra in Siria, il 3 maggio 1375 a.C. gli astrologi babilonesi annotarono nelle celebri tavolette d’argilla i dettagli di un’eclisse solare totale. Si tratta, a tutt'oggi, del documento più antico finora rinvenuto che registri un simile evento.
Come tutte le popolazioni antiche (e anche quelle moderne, ma per altri motivi), anche i babilonesi erano molto interessati a quanto avveniva nel cielo e hanno tenuto dettagliate annotazioni sugli eventi celesti e sui movimenti del Sole e della Luna e di alcuni pianeti come Mercurio e Venere.
Il meticoloso lavoro degli astrologi mesopotamici li condusse a registrare con attenzione tutte le eclissi che avvenivano ciclicamente e ciò li rese successivamente in grado di prevederle con estrema precisione.
Superstizione. A quel tempo, le eclissi lunari e solari erano considerate dei presagi particolarmente infausti per i re babilonesi. Quando le eclissi divennero prevedibili, i re potevano nominare in anticipo dei sostituti sui quali si sarebbe scaricata la rabbia degli dei, lasciando illeso il vero re che avrebbe potuto continuare a governare. Durante il verificarsi di questi eventi il re-sostituto veniva ucciso in modo che il nefasto presagio si verificasse.
Lo strumento messo a punto per predire le eclissi fu la scoperta del cosiddetto Ciclo di Saros. Furono i Caldei a rendersi contro che le eclissi lunari e solari si ripetono ogni 18 anni (223 mesi sinodici o lunari). Durante questo periodo, detto appunto Saros, si verificano 29 eclissi di Luna e 41 eclissi di Sole.
Secondo John Steele, storico della Durham University, il confronto tra le previsioni fatte dai babilonesi e quelle ottenute con le attuali tecnologie mostrano una precisione stupefacente per l’epoca. Le previsioni dei Babilonesi si riferivano, infatti, anche agli eventi osservabili al di fuori del loro territorio. A dimostrazione che nell’antichità si era già sviluppata una reale e stupefacente sapienza astronomica.