Mummificazione di prima qualità, degna di un faraone, anche per i gatti simbolo della divinità e venerati nell'antico Egitto. È questa la tesi di alcuni archeologi inglesi.
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La mummificazione degli animali era un processo complesso. Nella foto, da sinistra a destra, le mummie di un falco, un ibis e un gatto. Foto: © Nature. |
È noto che uomini e gatti sono amici da lunga data. Le più antiche tracce di questa amicizia risalgono a circa 9000 anni fa, come testimonia lo scheletro di un felino ritrovato in una tomba a Cipro.
Gli antichi Egizi addirittura li adoravano, come espressione della divinità, ed erano soliti mummificarli per seppellirli accanto ai padroni. Lo stesso avveniva per molti animali domestici (leoni, falchi e scimmie), ma ai felini era riservato un trattamento speciale come ha recentemente ipotizzato un gruppo di ricercatori dell'università di Bristol (Inghilterra).
Secondo gli archeologi, infatti, gli antichi Egizi mettevano la stessa cura destinata agli esseri umani anche quando si trattava di mummificare i gatti.
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Come faraoni. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, è basato sull'esame delle mummie di due falchi, un gatto e un ibis risalenti a un periodo compreso tra l'828 e il 343 a.C. Analizzando piccoli campioni di tessuto prelevato dalle mummie hanno sono state trovate tracce di grassi animali, oli, cera d'api, gomma, zuccheri, resine di pino e di pistacchio, esattamente le stesse sostanze utilizzate per le migliori mummificazioni delle persone. La cera d'api veniva impiegata per le sua azione antifungina, mentre gli oli vegetali impermeabilizzavano la mummia. Le resine degli alberi (conifere e pistacchio) erano adoperati per la loro proprietà antimicrobiche e la gomma di zucchero per attaccare le fasciature. Completava la mummificazione uno strato di bitume nero, colore che nell'antico Egitto rappresentava la vita. (Notizia aggiornata al 21 settembre 2004) |