Storia

La mappa interattiva delle migrazioni mondiali

Dati alla mano, in quali Paesi si sposta chi decide di partire? Chi accoglie di più? Da dove si fugge più frequentemente?

Quando il tema dell'immigrazione entra nel dibattito politico, si parla poco di numeri e molto per frasi fatte. Così Max Galka, mago del data visualization e già autore di alcune mappe storiche sull'urbanizzazione mondiale, ha creato una animazione che illustra i flussi migratori, da e verso ogni paese del mondo, dal 2010 al 2015, a partire dai dati delle Nazioni Unite.

Come si legge. Qui sopra la vedete nella versione video. Ogni punto rappresenta un flusso migratorio di 1000 persone. Gli aloni rossi indicano i luoghi con più migranti in uscita che in entrata; quelli in blu, la situazione opposta, e le loro dimensioni rivelano l'entita di questi movimenti.

Nella versione interattiva, su Metrocosm, passando sopra a ogni nazione con il mouse si vede il numero totale di movimenti in attivo o in passivo nel periodo considerato, mentre cliccando su un singolo paese si vedono le direzioni dei flussi in entrata e in uscita.

Il dettaglio dei movimenti dalla Siria (clicca per attivare la GIF). © Max Galka

In fuga. Ma dove? Sul suo blog, Galka evidenzia diverse situazioni particolari. Una riguarda la Siria: tra il 2010 e il 2015, le migrazioni da questo Paese alla Svezia sono state più ingenti che dalla Siria verso Europa e Stati Uniti. E in confronto ai paesi occidentali, i vicini stati del Medio Oriente (come Giordania, Libano, Iraq e Turchia) hanno accolto ondate più ingenti di siriani.

Lo stesso non è avvenuto, invece, per i ricchi paesi del Golfo: nei cinque anni considerati, Emirati Arabi Uniti e Qatar hanno avuto più emigrazioni verso la Siria che immigrazioni da quel paese.

l'arma della paura. Un'altra osservazione riguarda il Regno Unito. Durante gli ultimi mesi di campagne pro-Brexit, lo spettro dell'immigrazione nel Paese è stato più volte agitato dai sostenitori dell'uscita dall'Unione Europea. I bersagli delle campagne razziali sono stati soprattutto i non europei, ma sono stati presi di mira anche i flussi dai Paesi europei all'Inghilterra. In realtà, se si escludono Irlanda e Polonia, dati alla mano si vede che gli altri Paesi europei contribuiscono poco agli ingressi di stranieri nel Regno Unito, rispetto al resto del mondo.

Tra i dati rappresentati si vede anche un flusso in uscita dalla Gran Bretagna verso Svizzera, Lussemburgo, Canada, Stati Uniti, Australia, Oman, Sudafrica e Botswana: flusso che complessivamente supera gli ingressi da questi Paesi al Regno Unito. Insomma, davanti a informazioni complete e rigorose, a molti e diffusi pregiudizi non resta che sgonfiarsi.

12 luglio 2016 Elisabetta Intini
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