Un vetraio olandese con la passione per le navi, Cornelius van Drebbel, costruì nel 1620 il primo rudimentale sottomarino. O meglio, parliamo più di un "battello subacqueo", che Drebbel riuscì a far navigare a una profondità di circa 4 metri nelle acque del Tamigi, davanti allo sguardo incuriosito del re Giacomo I d'Inghilterra.
Come respiravano? Gli occupanti della nave potevano respirare grazie a tubi per l'aria che arrivavano fino in superficie ma il tempo di immersione non poteva essere più lungo di tre ore. Il sottomarino nella forma e nel funzionamento non era molto diverso da una galera, la nave medievale da guerra mossa da potenti rematori in larga parte schiavi o condannati (i galeotti). Ma nonostante gli sforzi diplomatici e i perfezionamenti tecnici il suo inventore non riuscì mai a suscitare nell'esercito britannico un vero interesse per il suo sottomarino. Così Cornelis Drebbel morì il 7 novembre 1633 senza sapere che era solo una questione di tempo, in un futuro ancora lontano sarebbe arrivata anche l'era delle battaglie sottomarine.
Il sottomarino è un'imbarcazione – che può avere applicazioni militari, di soccorso, di ricerca scientifica ecc. – pensatata per navigare principalmente in immersione. Il sommergibile, che è un'evoluzione del sottomarino, è invece un mezzo navale adatto alla navigazione in superficie e che, in caso di necessità, può anche immergersi per periodi di tempo limitati (e con capacità di manovra ridotte).
Il vero mezzo subacqueo che per primo si avvicinò piuttosto all'idea che oggi abbiamo di sommergibile, e di cui si abbiano testimonianze certe, fu il "Maria" dell'inglese John Day: con 15 metri di lunghezza e diverse tonnelate di peso, nel 1774 il battello si immerse nelle acque del porto di Plymouth, ma finì catastroficamente: il Maria superò i 50 metri di profondità, ma non riemerse più, causando la morte dello stesso John Day.
A new york. Poco dopo fu la volta del Turtle, il piccolo sommergibile armato progettato dall'americano David Bushnell, lungo appena 2 metri, che fu impiegato nel tentativo di affondare la nave ammiraglia della flotta inglese, ancorata nel porto di New York. Anche in questo caso il tentativo non ebbe successo (ma, almeno, l'unico occupante riuscì a salvarsi).
In Italia la prima notizia riguardante l'invenzione di un "battello sottomarino utilizzabile per operazioni di guerra e attacchi militari" è del 1801: porta la firma dell'ingegnere Giovanni Antonio Ciaschi.