Storia

La follia di Enrico VIII? Frutto di traumi cerebrali

Il carattere del famigerato sovrano d'Inghilterra potrebbe essere stato influenzato da traumi cerebrali non molto diversi da quelli riportati, oggi, da chi pratica sport da contatto.

Una testa calda? Forse. Ma dietro al temperamento tirannico a cui da sempre è associato Enrico VIII Tudor, Re d'Inghilterra dal 1509 al 1547, potrebbe esserci qualcosa di più: una serie ripetuta di traumi cerebrali che, col tempo, lo trasformarono da monarca avveduto a marito capace di far decapitare due delle sei mogli.

Le lesioni cerebrali spiegherebbero gli attacchi di rabbia improvvisi, i problemi di memoria, l'incapacità di contenere gli impulsi, l'insonnia e la presunta impotenza che secondo alcune testimonianze afflissero il re nell'ultimo decennio prima della sua morte nel 1547.

Tornei pericolosi. Enrico VIII potrebbe essersele procurate durante uno dei suoi passatempi preferiti: quello delle giostre medievali, combattimenti tra cavalieri, a cavallo o a piedi, regolati da precisi cerimoniali e diffusi presso l'aristocrazia di un tempo.

Muhammad Qaiser Ikram e Fazle Hakim Saijade, neurologi e ricercatori dell'Università di Yale, hanno analizzato intere pile di lettere e altri documenti storici sull'operato del sovrano per risalire ai singoli eventi traumatici.

Brutte cadute. Ne hanno trovati tre in particolare. Nel 1524, poco più che trentenne, Enrico VIII fu raggiunto da una lancia durante una giostra; l'arma penetrò nel visore del suo elmo e lo lasciò intontito per qualche tempo. L'anno seguente, cadde a terra di testa mentre stava cercando di saltare da una parte all'altra di un ruscello utilizzando un'asta. Ma l'incidente peggiore avvenne nel gennaio 1536, quando durante una giostra, il re cadde da cavallo e perse i sensi per due ore.

Non sembra più lui. Proprio in quell'anno gli storici cominciarono a notare un cambio di temperamento: quello che fino ad allora era per lo più descritto come un giovane re intelligente e capace di decisioni ponderate iniziò a soffrire di sbalzi di umore e attacchi di rabbia incontrollata.

Vuoti di memoria. Nel 1546 diede l'ordine di imprigionare la moglie Catherine Parr nella Torre di Londra, salvo poi dimenticarsi di aver dato l'ordine e infuriarsi con i soldati venuti a prenderla il giorno successivo. Dall'anno della caduta in poi soffrì spesso di depressione fino ad arrivare, nel 1541, a rinchiudersi per qualche tempo nell'Hampton Court Palace, isolato da tutti.

Défaillance regali. Secondo i due autori, i traumi cerebrali potrebbero aver anche danneggiato la ghiandola pituitaria, una ghiandola endocrina alla base del cranio, e aver condotto il sovranno all'ipogonadismo, un'inadeguata secrezione di ormoni sessuali che dovette interferire con la sua vita sessuale, se è vero che - come si evince da alcune corrispondenze private di Anna Bolena - il re mancava spesso di accontentarla al talamo nuziale.

Nessuna conferma. Si tratta comunque, concludono i ricercatori, di supposizioni plausibili, ma non dimostrabili storicamente. La vera ragione della personalità controversa del re è pertanto destinata a rimanere un mistero.

5 febbraio 2016 Elisabetta Intini
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