North Atlantic Treaty Organization, ovvero NATO. Oppure, in francese, Organisation du Traité de l'Atlantique Nord, ossia OTAN. Queste sigle e i rispettivi acronimi indicano l'alleanza che lega il destino dell'Europa a quello degli Usa. Se ne è tornato a parlare in questi giorni perché il 4 aprile 2023 la Finlandia è diventata il 31esimo paese membro, concludendo un processo iniziato dopo l'invasione russa dell'Ucraina e terminando un lungo periodo di neutralità.
Ma quando e perché è nata questa organizzazione? E come mai, con la crisi russo-ucraina, è tornata al centro dell'attenzione e delle polemiche? Ecco alcuni elementi di cui tenere conto per saperne di più.
La nascita della Nato
Il 4 aprile 1949: è questo il giorno in cui, a Washington (Stati Uniti), fu firmato il "Patto Atlantico", trattato difensivo istitutivo della Nato. A sottoscriverlo, i rappresentanti di 12 Paesi: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti.
Il contesto era quello della Guerra fredda, dominato da due grandi blocchi contrapposti: quello orientale formato dall'Unione Sovietica e dai suoi Stati satelliti, e quello occidentale, capeggiato dagli Usa e di cui facevano parte i Paesi che siglarono l'accordo. Scelsero poi come stemma, dal 1953, una rosa dei venti con quattro linee, una per ogni punto cardinale, simboleggianti ideali rotte verso la pace (il tutto su sfondo blu, allusione all'oceano Atlantico, emblema dell'unione tra America ed Europa).
Le cause di intervento della Nato
La necessità d'intervento militare è definita dall'articolo 5 del trattato, riguardante eventuali attacchi ai Paesi membri da parti terze. Nello specifico, si stabilisce che: "Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e [...] ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa [...], assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente [...] l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata". A offrire ulteriori specifiche è l'articolo 6, che identifica come "attacco" anche azioni compiute a danno di navi e aeromobili dei Paesi membri in aree a loro afferenti.
Gli scopi della Nato
"Lo scopo della Nato è tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi", disse il segretario generale Hastings Lionel Ismay (britannico), in carica dal 1954 al 1957. Al termine della Seconda guerra mondiale, gli Usa volevano assicurarsi una presenza militare nello scacchiere europeo, in chiave anti-russa, controllando la Germania responsabile del conflitto (e dal 1949 divisa in Germania Ovest ed Est).
Fu stabilito che, per assicurare la pace e scongiurare un conflitto nucleare, gli Stati membri avrebbero cooperato politicamente, economicamente e militarmente, ospitando sul loro territorio le basi. All'accordo, il blocco sovietico rispose col Patto di Varsavia (1955), con scopi analoghi, ma contrapposti.
Sede, struttura e Stati membri
La sede centrale della Nato si trova a Bruxelles e il suo organo principale è il Consiglio atlantico (North Atlantic Council), nel quale ogni Stato è ugualmente rappresentato, presieduto da un segretario generale. A questo organo si affianca il Comitato militare, di cui fanno parte generali provenienti dai diversi Paesi, e altri organi operativi secondari.
La Nato conta 31 Stati membri, compresa la Finlandia entrata nella Nato a partire da martedì 4 aprile 2023.
Ai 12 fondatori si sono infatti aggiunti, nel corso degli anni: Grecia e Turchia (1952), Germania Ovest (1955, dal 1990 la Germania riunificata), Spagna (1982), Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria (1999), Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia (2004), Albania e Croazia (2009), Montenegro (2017), Macedonia del Nord (2020).
Come far parte della Nato (e come uscirne)
A stabilire le modalità di adesione alla Nato è l'articolo 10: "I membri possono invitare previo consenso unanime qualsiasi altro Stato europeo in condizione di soddisfare i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza dell'area nord-atlantica [...]. Qualsiasi Stato invitato può diventare un membro [...] depositando il proprio atto di adesione". In altre parole, nella Nato si entra solo su invito (laddove si tratti di un Paese europeo) e comunque con l'approvazione di tutti i membri.
L'articolo 13 garantisce invece che, presentando un'apposita notifica presso il governo degli Stati Uniti d'America, "una parte può cessare di esserne membro" (ovvero uscirne), ma finora nessuno ha preso iniziative in tal senso.
Perché la Nato fa paura a Putin?
Le tensioni tra Russia e Nato non sono una novità: già negli anni Novanta il governo russo rivendicò un accordo verbale (mai ufficializzato) in base a cui, acconsentendo alla riunificazione della Germania (1990), l'Urss (e di conseguenza la Federazione russa, sua "erede") avrebbe avuto la certezza che nessun Paese dell'Europa Orientale prossimo al suo territorio sarebbe stato invitato a farne parte. Così non è stato, e Putin ha colto la palla al balzo usando come argomento di propaganda le voci di una possibile adesione al Patto Atlantico da parte dell'Ucraina, confinante e un tempo sovietica.
I lati oscuri
Dopo la dissoluzione dell'Urss (1991), molti hanno cominciato a considerare la Nato superata. Questa opinione ha trovato nuovo vigore nel terzo millennio, con l'emergere di inediti assetti geopolitici, in un mondo globalizzato. Già in precedenza, però, l'organizzazione aveva dato adito a polemiche per alcuni suoi "lati oscuri", legati al fatto che nel pieno della Guerra fredda, in collaborazione con la Cia, si mosse spesso sul terreno della clandestinità, per frenare e boicottare in vario modo la diffusione delle istanze comuniste in Europa.
In Italia, per esempio, fu attiva l'organizzazione segreta paramilitare Gladio, sospettata di connivenze con gruppi eversivi e operante nell'ambito di una più ampia strategia (detta Stay-behind) che prevedeva una rete clandestina di agenti e depositi di armi, controllata dalla Nato e pronta a entrare in azione.
Tratto e adattato dall'articolo "La carta d'identità della Nato", pubblicato su Focus Storia 187.
Questo articolo è tratto da Focus Storia. Perché non ti abboni?