Milioni di persone a un funerale di Stato non si vedevano da tempo. Per consentire a tutti di vederne il corpo, il governo ha anche pensato all'imbalsamazione, come per Lenin, Mao e Ho Chi Minh.
Ma nel cattolicissimo Venezuela l'omaggio ufficiale al comandante-presidente Hugo Chávez, 58 anni, si è svolto con un linguaggio per nulla materialistico:"La sua anima era troppo grande e pura per restare prigioniera nel suo corpo e ora si innalza sopra di noi nell'universo per illuminare in Cristo i popoli" ha detto durante le esequie di venerdì 8 marzo, il vicepresidente Nicolas Maduro.
Ma chi era Chávez? Hugo Chávez si è posto come un socialista cristiano che stava dalla parte dei poveri, che si ispirava al rivoluzionario Simon Bolivar, che nazionalizzò il petrolio del suo paese, il quarto produttore mondiale, dando del "diavolo" al presidente repubblicano George Bush all'Onu (con segno della croce) e regalando poi al democratico Obama un libro sull'imperialismo. Una sorta di caudillo esibizionista e arrogante che ha censurato la televisione di stato e andava a braccetto con Fidel Castro, è invece la descrizione che ne hanno dato alcuni suoi oppositori.
I fatti comunque dicono alcune cose: ha vinto 14 consultazioni popolari per presidenza, amministrative o referendum senza brogli, come certificato dagli osservatori internazionali. Ha dimezzato la povertà e mandato a scuola 2 milioni di bambini e giovani analfabeti.
Ha portato i medici in villaggi sperduti o negli slum di Caracas, dove nessuno li aveva mai visti. Una settimana prima della sua scomparsa, l'Onu ha confermato che il Venezuela guida il processo di riduzione della disuguaglianza in America Latina. Per il segretario generale Ban Ki Moon "Chàvez si è battuto per le persone più vulnerabili , fornendo un contributo decisivo ai movimenti di integrazione regionale".
Contro la povertà. Ha detto di lui l'ex presidente americano Jimmy Carter: "Sarà ricordato per la sua audace ricerca di indipendenza per i paesi latinoamericani, per il rapporto che stabiliva con chi lo seguiva, tanto nel suo paese come all'estero. Nei 14 anni del suo governo si è unito ad altri leader dei Caraibi e del Sud America, per creare nuove fonti di integrazione e ha ridotto della metà la povertà nel suo Paese".
Il vecchio presidente Usa con questa affermazione di obiettività è sicuramente fra quelli che ricordano bene come erano una volta il Venezuela e gli altri paesi latinoamericani. Dittature oligarchiche che praticavano la tortura e l'eliminazione fisica degli oppositori. Uruguay, Paraguay, Bolivia, Brasile e lo stesso Venezuela (30 anni di dittatura militare) erano rette da generali, aiutati dall'amministrazione americana e dalla CIA a prendere il potere e a mantenerlo.
Governi democraticamente eletti, furono rovesciati da golpe, come nel 1973 in Cile. I generali argentini buttarono dagli aerei nell'oceano migliaia di oppositori che divennero "disaparecidos".
Dittatori come Augusto Pinochet, seguendo gli auspici della School of Economics di Chicago, che "masterizzò" molti ministri dell'economia dei paesi golpisti, privatizzarono ogni possibile risorsa e struttura dei loro paesi. Tutto documentato, per esempio, in due testi che bisognerebbe leggere: la Fabbrica del consenso di Noam Chompsky e Shock Economy, di Naomi Klein. Prodotto da quel clima di terrore di stato, di sfruttamento e di svendita delle risorse nazionali, l'antiamericanismo non può essere considerato semplice invenzione della propaganda bolivarista, ma un linguaggio obbligato di quei leader che si sono proposti un nuovo corso, come appunto Hugo Chávez.
Fratellanza. "Nel 2004" racconta Maduro "il presidente ci disse: il capitalismo neoliberista non potrà mai portare giustizia e sviluppo al nostro paese. Allora il Venezuela deve guardare alla sua storia rivoluzionaria, a Bolivar, e trarre gli insegnamenti giusti. La nostra strada oggi è un socialismo di tipo americano, cristiano e democratico". Proprio da lui, che decise di nazionalizzare il petrolio con il principale obiettivo di utilizzarne i proventi per ridurre gli indigenti che in Venezuela erano il 70 per cento su una popolazione di 25 milioni di persone, è nata una rete di " hermanidad" (fratellanza) fra nazioni , con presidenti impegnati in una politica antiliberista e di autonomia verso gli Stati Uniti e la Banca Mondiale, nella ricerca di uno sviluppo sostenibile. Si tratta del Brasile rilanciato da Lula, alla cui presidenza c'è ora Dilma Dourseff, dell'Argentina di Cristina Kirchner, della Bolivia di Evo Morales, dell'Uruguay di Josè Mujica e dell'Equador di Rafael Correa.
Mercato comune latino. Questi hanno il creato il comunitario Banco del Sur. Oltre al Mercsur, un mercato comune latino americano. C'è da parte di questi paesi un processo di ri-acquisizione di sovranità, redistribuzione della ricchezza, integrazione regionale e mondiale, di cui Chàves ha fatto da apripista. Questo in sintesi il suo testamento storico per il Venezuela: continuare il processo d'indipendenza, costruire il socialismo democratico americano e la Grande America con gli altri paesi del continente, adoperarsi per un equilibrio mondiale multipolare e preservare il pianeta per le future generazioni. "Ci vorrà un po' di distanza dai fatti per avere la misura della sua opera di democrazia reale verso le fasce popolari, e di integrazione dei popoli latinoamericani, " dice il presidente uruguaiano Mujica " ma sarà da tutti riconosciuta come qualcosa di grande".