L'11 settembre solitamente è ricordato per gli attentati alle Torri Gemelle di New York, avvenuti nel 2001. Ma quella stessa data è ricordata in Cile perché cambiò la Storia di quel Paese, con conseguenze che si sono protratte per quasi vent'anni.
Riforme scomode. L'11 settembre 1973 il presidente socialista Salvador Allende fu rimosso con un golpe e subito dopo si instaurò una durissima dittatura militare, durata fino al 1990, con a capo il generale Augusto Pinochet. Allende era diventato presidente del Cile nel 1970 e con la sua coalizione Unidad popular prevedeva una serie di riforme che avrebbero dovuto favorire soprattutto le classi più povere: la riforma agraria (con l'abbattimento del latifondo e la nazionalizzazione delle miniere di rame), la riforma sanitaria e l'innalzamento dei salari.
Troppi interessi. In tal modo andò contro gli interessi dei proprietari terrieri e degli Usa, che controllavano gran parte delle miniere del Paese. Era un governo scomodo, funestato anche dal malcontento di parte della popolazione (ci furono molti scioperi) e dalla crisi economica, nonché avversato da nazionalisti e militari.
Tragico epilogo. Quell'11 settembre, l'esercito guidato da Pinochet, comandante in capo delle Forze Armate nominato dallo stesso Allende, bombardò il Palazzo presidenziale della Moneda. Dopo un ultimo discorso alla radio, Allende si suicidò, anche se le circostanze della morte non furono mai chiarite. Nel 2011, la figlia Isabel chiese l'autopsia del cadavere del padre: il suicidio fu confermato.