Nato il 3 aprile del 1693, a Foulby, nello Yorkshire (Regno Unito), John Harrison era un orologiaio e falegname autodidatta a cui dobbiamo la realizzazione del primo cronometro marino per calcolare la longitudine in mare.
Ai primi del '700 il parlamento inglese aveva fissato un premio di 20mila sterline (somma favolosa all’epoca) per chi avesse costruito un orologio così preciso da permettere di calcolare con buona approssimazione la longitudine a partire dal meridiano di Greenwich. Vinse John Harrison che divenne così un mito dell’orologeria e della storia della navigazione.
Fino al ’700, i marinai avevano infatti un problema serio: capire dove si trovavano. Potevano stabilire la loro “latitudine” (quanto erano a nord rispetto all’equatore), osservando il Sole o le stelle. Ma non riuscivano a stabilire la “longitudine”, ossia quanto erano a est o a ovest rispetto, per esempio, a Londra.
Ricco premio. Il problema era così sentito che il governo inglese mise in palio 20 mila sterline per chi avesse trovato una soluzione... Ma come fare? Si sapeva che erano possibili 2 metodi. Uno si basava su complicate osservazioni astronomiche (come le eclissi dei satelliti di Giove). L’altro sul “principio del fuso orario”: bisognava portare con sé un orologio tarato sull’ora di Londra e poi determinare l’ora locale guardando le stelle o il Sole. Dal confronto, si stabiliva quanto a est o a ovest ci si trovava rispetto a Londra. Tutti i concorrenti si concentrarono sul primo metodo, perché sembrava impossibile costruire orologi molto precisi e così piccoli da essere portati a bordo.
Ma alla fine vinse il britannico John Harrison: nel 1761 costruì un cronometro che, nonostante gli scossoni dovuti alla navigazione, perdeva appena 4 secondi in 10 settimane.
La storia di Harrison. Primo di 5 fratelli, Harrison era figlio di un falegname. A 20 anni, senza aver compiuto studi particolari, ma semplicemente seguendo quanto letto su vari libri, costruì il suo primo orologio a pendolo completamente di legno.
Nell'estate del 1730 Harrison era a Londra e si incontrò con Edmond Halley, al tempo astronomo reale (una delle cariche scientifiche inglesi più importanti) per presentargli il suo progetto di costruire un orologio che fosse capace di funzionare a bordo di una nave (dunque senza un pendolo che - sull'acqua - faticava a essere preciso) e che potesse servire per calcolare la posizione in termini di longitudine.
Halley indirizzò Harrison dal più grande costruttore di orologi di Londra, George Graham, che finanziò la realizzazione del nuovo orologio.
Ci vollero cinque anni perché Harrison mettesse a punto il primo prototipo che fu chiamato H1 (Harrison numero 1). L'orologio pesava quasi 35 kg ed era contenuto all'interno di un cubo di vetro e legno di circa un metro di lato: era cioè un oggetto molto ingombrante, ma non usava più il pendolo per scandire il tempo.
L'orologio fu accolto con entusiasmo da Halley e da Graham e funzionò egregiamente al primo test: in base alla lettura dell'orologio e all'osservazione delle stelle, i marinai erano in grado di calcolare la posizione di una nave con estrema precisione.
Harrison, non contento del risultato, chiese al Board of longitudes, un finanziamento per migliorare il suo cronometro. Nel 1741 presentò un nuovo orologio, l'H2, e chiese altri soldi per migliorarlo. Dopo quasi 20 anni di lavoro silenzioso, nel 1757 realizzò un terzo prototipo, e poi finalmente nel 1761 la quarta versione del suo orologio, che gli fece vincere la metà del famoso premio di 20.000 sterline. Rispetto al primo prototipo l'H4 era molto più piccolo leggero: pesava “soltanto” 1,45 kg e aveva un diametro di 13 cm.
Con il cronometro di Harrison, adottato dalla Marina inglese, la consapevolezza della posizione in mare divenne certa, e non subì sostanziali cambiamenti fino all’arrivo dei satelliti e del gps.
John Harrison morì a Londra il 24 marzo 1776 senza avere mai la soddisfazione di avere il saldo che la Commissione gli avrebbe dovuto riconoscere per aver risolto il problema del calcolo della longitudine.