Un team di ricercatori francesi ha decrittato una lettera del 1547, appartenente agli archivi della Biblioteca Stanislas di Nancy, in cui il re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, rivelava al suo ambasciatore in Francia i timori di un complotto per ucciderlo. La lettera era stata scritta in codice sostituendo alle vocali simboli ispirati alla lingua araba, con alcuni falsi indizi per disorientare chi ne fosse entrato in possesso.
L'impero del sole. Ma perché il sovrano temeva per la sua incolumità? Carlo V era uno degli uomini più potenti del XVI secolo, passato alla Storia come imperatore del Sacro romano impero germanico, in realtà regnava su mezza Europa. Era nato e cresciuto a Gand (nelle Fiandre, oggi Belgio), aveva la sua reggia a Madrid, ma nel dna aveva cromosomi di mezzo continente e un pedigree di tutto rispetto: spagnoli erano la madre (Giovanna la pazza) e i nonni materni, Ferdinando d'Aragaona e Isabella di Castiglia (sponsor di Cristoforo Colombo), mentre il padre (Filippo il Bello d'Asburgo) era nato in Belgio da un austriaco (Massimiliano I) e da una borgognona (Maria la Ricca).
Il piccolo Carlo, iniziò la sua carriera reale a soli sei anni, quando il padre morì prematuramente. Ereditò, in linea diretta il regno degli Asburgo, la dinastia più potente d'Europa, mentre il trono di Borgogna, Aragona, Napoli e Castiglia gli toccarono perché le casate si estinsero, infine, a soli 19 anni, ottenne la carica di imperatore. Non contento di governare mezza Europa, nel 1519 mandò i suoi condottieri alla conquista del Nuovo Mondo. Insomma, un po' per eredità e un po' a forza di guerre e conquiste, quello di Carlo V, che durò oltre quarant'anni, divenne il regno "in cui non tramontava mai il sole".
rivali storici. A un uomo così potente, non mancavano di certo i nemici. Il suo avversario numero uno fu Francesco I di Francia, il sovrano che convinse Leonardo da Vinci a lasciare l'Italia. L'inimicizia tra i due causò ben quattro guerre tra il 1521 e il 1544: le cosiddette guerre franco-imperiali, scoppiate per il dominio del Nord Italia, tutte vinte da Carlo V, che incassò persino la soddisfazione di catturare come prigioniero Francesco I sul campo di battaglia a Pavia (24 febbraio 1525).


Top secret. In questo clima teso, non stupisce che Carlo V fosse preoccupato per la sua incolumità: era convinto che ovunque si tramasse per ucciderlo, come emerge dalla lettera indirizzata al suo ambasciatore in Francia, Jean de Saint-Mauris, dimenticata per secoli negli archivi della Biblioteca Stanislas di Nancy, in Francia.
Una corrispondenza enigmatica e incomprensibile: solo oggi, infatti, dopo 475 anni di mistero, è stato scoperto che Carlo V scriveva i documenti riservati con un codice segreto.
Mistero svelato. Ci sono voluti sei mesi, a un team di ricercatori guidato da Cécile Pierrot, crittografa del laboratorio Loria (Francia), per decifrare una lettera firmata dall'imperatore e indirizzata al suo ambasciatore in Francia. Dopo un lavoro scrupoloso, supportato da software specializzati e dalla docente di Storia Moderna all'Università della Piccardia, Camille Desenclos, i ricercatori sono riusciti a individuare 120 simboli usati da Carlo V.
«Le vocali delle parole erano state rimpiazzate da simboli ispirati alla lingua araba. E non contento, per depistare ulteriormente il nemico, aggiunse alcuni falsi indizi, privi di significato, per disorientare chi ne fosse entrato in possesso in modo illecito». La svolta è arrivata a giugno 2022, quando il team di Pierrot è riuscito a decifrare un'intera frase nella lettera, grazie a un'altra lettera scritta dall'ambasciatore Jean de Saint-Mauris, in cui il destinatario aveva scarabocchiato una forma di codice di trascrizione a margine.
Complotto sventato. Nonostante l'imperatore fosse ossessionato, probabilmente a ragione, dall'idea di essere vittima di un complotto per toglierlo di mezzo, Carlo V non si spense per una morte violenta. Nel 1556, dopo la rovinosa perdita della flotta imperiale a Ponza, il più grande degli Asburgo decise di abdicare in favore del fratello Ferdinando e del figlio Filippo, che si spartirono le numerose corone che Carlo V portava in dote. L'ormai ex imperatore si ritirò in un convento a Yuste, nell'Estremadura (Spagna), dove morì nel 1558, dopo aver contratto la malaria.








