Un gruppo di archeologi che sta conducendo scavi nella città di Norimberga, in un sito dove sarebbe dovuto sorgere una nuova casa di riposo, sta portando alla luce una sepoltura di vittime della peste bubbonica, che potrebbe essere la più grande fossa comune mai trovata in Europa. Mentre gli scavi sono ancora in corso, sono già stati scoperti i resti di oltre 650 persone, ma i ricercatori ritengono che al suo interno potrebbero essere sepolti fino a 1.500-2.000 individui. Tra gli scheletri venuti alla luce finora vi sono persone di ogni tipo, dai bambini fino agli anziani. Alcuni resti risultano danneggiati a causa delle bombe cadute nel quartier durante la Seconda guerra mondiale, le quali hanno provocato onde d'urto nel terreno che hanno prodotto delle fratture nelle ossa. Tra l'altro alcune mostrano una tinta verdognola, dovuta al fatto che il sito è stato utilizzato per qualche tempo per lo smaltimento di rifiuti di una vicina fabbrica di rame.
Cadaveri gettati nella fossa. «Questa scoperta ci ha davvero sorpresi», afferma Melanie Langbein, della Protezione dei monumenti di Norimberga a Der Spiegel, il quotidiano tedesco che ha rivelato il ritrovamento della fossa comune. Infatti, gli archivi della città non menzionano alcuna fossa comune in prossimità delle antiche mura, ma parlano solo di cimiteri che sembrerebbero del tutto normali. Dalle prime ricostruzioni, le persone che portarono i morti in quelle fosse comuni gettarono i cadaveri al loro interno senza alcuna cura, ossia non seppellirono i morti supini con le mani giunte, in direzione est-ovest, come era consuetudine nel rito cristiano. Quel che interessava era occupare il minor spazio possibile per ciascun individuo gettato nella fossa, tant'è che alcuni bambini risultano essere schiacciati negli spazi tra gli adulti. In un'area i ricercatori hanno scoperto ben sette strati di cadaveri uno sopra l'altro, alcuni vestiti altri semplicemente avvolti con un panno. È evidente dunque, che coloro che trasportavano le persone morte volevano sbarazzarsi di loro al più presto per evitare qualsiasi forma di contagio a se stessi o ad altre persone.
la peste di Norimberga del 1632. La peste colpì Norimberga molte volte durante il Medioevo e il primo periodo dell'età moderna. Dopo aver determinato l'età di un osso con il metodo delle radiocarbonio e aver portato alla luce due monete del 1619 è del 1621, Langbein sostiene di essere abbastanza sicura che la fossa comune risalga all'ondata di peste del 1632/1633.
Stando a vari reperti storici risulterebbe che in seguito a quella pestilenza, le vittime del batterio Yersinia pestis furono 15.661 più di un terzo di tutti i residenti della città. Tuttavia poiché la peste non lascia tracce evidenti sulle ossa delle vittime, sono necessari ulteriori studi per confermare l'insieme di queste ipotesi. Stando ai ricercatori lo studio di quei reperti permetterà anche di rispondere a molte domande su come si viveva a quel tempo, come ad esempio: "Com'era la loro dieta? Qual era lo stato di salute generale? Come si preoccupavano dei loro denti?". Si prevede dunque un lavoro molto lungo, ma di grande interesse archeologico.